Giampaolo punge: “Troppo disordine. Milan da 4° posto? Difficile rispondere”

L’analisi di Marco Giampaolo, tecnico del Milan, dopo la sconfitta per 2-0 nel derby contro l’Inter che rimette in discussione le qualità rossonere.

Marco Giampaolo
Marco Giampaolo (©Getty Images)

Il gioco del Milan in queste prime giornate di campionato non ha mai brillato. Figuriamoci ieri, in un derby teso e mal interpretato dalla squadra di Marco Giampaolo.

Il tecnico rossonero si è rammaricato per il duro k.o. nella stracittadina, che rischia non solo di allontanare il Milan dalla corsa al quarto posto, ma pone il gruppo in una condizione mentale tutt’altro che favorevole.

Servirà calma, lavoro e sacrificio per risollevarsi immediatamente, ma Giampaolo non può non sottolineare i troppi difetti del suo Milan attuale.

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Giampaolo ridimensiona il Milan: è da quarto posto?

Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, Giampaolo nel post-partita ha parlato di una gara equilibrata, spezzata dal gol fortunoso di Brozovic ad inizio ripresa.

Dopo l’episodio il Milan si è però letteralmente sciolto: “Perdere un derby è difficile da digerire. E’ stata una partita con grande equilibrio, rotto dal quel calcio di punizione. Non mi sono piaciuti gli ultimi quindici minuti ma nel complesso la squadra ha fatto meglio delle ultime uscite. Qualche occasione l’abbiamo avuta, gli attaccanti si sono sbattuti e il gol annullato è molto dubbio. Abbiamo perso la partita quando era equilibrata, ma i ragazzi hanno sputato sangue. Poi ci siamo disuniti, abbiamo mostrato il fianco e quella è la cosa che mi è piaciuta meno. Bisogna star dentro la partita sempre, anche nelle difficoltà”.

Il tecnico del Milan ha persino ridimensionato le ambizioni di squadra, non essendo così convinto dell’obiettivo Champions: “Milan da quarto posto? Non posso rispondere a questo domanda. Abbiamo pagato il gap che c’è in questo momento con l’Inter, loro hanno più esperienza. Purtroppo abbiamo avuto una reazione al gol disordinata. Troppo emotiva. Alcuni giocatori hanno pestato zone non di loro competenza. Se ho parlato con la dirigenza? No, non lo faccio mai dopo le partite”.

La chiusura è una carezza a Rafael Leao, tra i pochi forse a meritare la sufficienza: “Leao mi è piaciuto molto. È un ragazzo che ha i numeri adatti, è agile e veloce. Deve imparare a sapere stare dentro a queste partite. Ha personalità”.

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