Milan-Inter, parla Massimo Ambrosini. In vista del derby, l’ex rossonero si è espresso sul big match, su Marco Giampaolo, Lucas Paquetá e altri temi caldi e delicati.
17 anni di Milan e oltre 25 derby giocati. Chi sa cosa significa il rossonero e la stracittadina è Massimo Ambrosini, ex centrocampista del Diavolo e attuale opinionista Tv. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, la bandiera milanista si è espresso sul big match e sulle ultime dinamiche in casa Milan.
C’è un aspetto in particolare a renderlo fiducioso: “Sarà una partita molto equilibrata. Per quanto riguarda il Milan, è più facile giocare bene contro le grandi squadre, perché hai più spazi“.
Piena fiducia in Marco Giampaolo nel frattempo. Così ne ha parlato Ambrosini: “Mi piace perché conosce molto bene il calcio. E’ un lavoratore maniacale e le sue squadre hanno idee precise. E’ un grande pregio: alcuni tecnici fanno fatica a trasmetterle. Va valutato in un arco temporale che non può essere breve”.
Indipendentemente dal derby, quindi, la parola d’ordine è ‘tempo a disposizione’: “E’ giusto che ne chieda e concordo quando dice che andrà avanti per la sua strada: i suoi principi li deve portare avanti, anche se in realtà è già dovuto scendere a qualche compromesso. Spostare un giocatore o fare certi adattamenti che stiamo vedendo, dimostra che ha già iniziato a confrontarsi con certe dinamiche”.
Ambrosini tra derby, Giampaolo e Paquetá
Intanto il tecnico è reduce da alcune scintille con Lucas Paquetá, causa una sostituzione all’intervallo al Bentegodi e un’espressione del mister non troppo gradita dall’atleta. Tutto già risolto però, con tanto di stretta di mano e pace fatta.
Ambrosini, tuttavia, prende le parti del mister nella questione: “Sono d’accordo col mister. Paquetà ha dimostrato qualità, ma deve ancora capire che in Italia si gioca con intensità, ritmo e velocità tali che le proprie qualità bisogna farle vedere una frazione di secondo prima. Mostrarle più spesso e con più concretezza”.
A differenza del tecnico, però, il 42enne di Pesaro immagina il brasiliano in due altri ruoli: “Può essere un trequartista perché è in grado di avere l’intuizione per mandare i compagni in porta. E può giocare tranquillamente anche da punta esterna in un 4-3-3. La mezzala mi pare più difficoltoso“.
Rebic e il mercato rossonero
Chi invece conosce molto bene è Ante Rebic, con cui Ambrosini ha condiviso lo spogliatoio nei suoi ultimi anni a Firenze: “Si vedeva già che era sbarazzino e un po’ incosciente. Userei, bonariamente, il termine selvaggio. Il Milan ha bisogno di interpreti come lui che strappino, che abbiano cambio di passo, guizzo e potenza, perché in generale ha giocatori molto lineari. Non avrà problemi, fisicamente è una bestia“.
E a proposito di mercato: “Intrigante, con una logica. Krunic per esempio è estremamente funzionale per le idee del tecnico, Bennacer un talento, di Leao mi parlano tutti in modo eccellente, Hernandez può togliere linearità come Rebic. Ma per arrivare quarto il Milan dovrà spremere il massimo delle proprie possibilità”.
Chi può essere la sorpresa dell’anno? Ambrosini ha già le idee chiare: “Calhanoglu può rendere di più. Sa fare tante cose, però lo attendo in modo più costante sotto porta. Ma non dimentichiamo che dei sei punti rossoneri molto passa da lui”.
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