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Milan News

Razzismo verso Kessie, perché la FIGC tace? Gravina batti un colpo

Episodio di razzismo nei confronti di Franck Kessie durante Hellas Verona-Milan, ma nessun provvedimento. Gabriele Gravina, presidente FIGC, non parla.

Gabriele Gravina (©Getty Images)

Di Matteo Bellan (segui @TeoBellan su Twitter)

Era il 15 aprile 2019 quando Gabriele Gravina giudicò “indegno e da punire” il comportamento di Franck Kessie e Tiemoué Bakayoko dopo Milan-Lazio. I due giocatori avevano esposto la maglia di Francesco Acerbi sotto la Curva Sud in seguito alla vittoria e ad alcune scaramucce avvenute sui social network.

Non erano passate neanche 24 ore dal termine della partita di campionato e il presidente della FIGC si era espresso condannando i due rossoneri. Condanna giusta, anche noi da milanisti ci siamo un po’ vergognati di quella condotta da parte di Kessie e Bakayoko. Non sono atteggiamenti consoni quelli. Infatti, sono arrivate le loro scuse successivamente.

Ma in Hellas Verona-Milan è accaduto qualcosa di ben più grave e a distanza di quasi tre giorni dalla partita non c’è ancora una presa di posizione né di Gravina né delle varie istituzioni sull’episodio di razzismo che ha avuto come vittima Kessie. Ci si aspettava un atteggiamento diverso.

Incredibilmente né nel referto dell’arbitro né in quello della procura FIGC sono stati segnalati i cori razzisti nei confronti di Kessie. Il Giudice Sportivo non ha potuto prendere alcun provvedimento. Eppure, al Marcantonio Bentegodi in molti li hanno sentiti quegli ululati vergognosi e non se li sono certamente immaginati.

In un periodo storico nel quale il razzismo è una piaga sociale notevole, sarebbe stato opportuno un intervento da parte della Federazione Italiana Giuoco Calcio dopo Hellas Verona-Milan. I razzisti vanno condannati E bisogna utilizzare tutti gli strumenti necessari affinché questo vergognoso fenomeno esca almeno dagli stadi di calcio. Lo sport è un’altra cosa, ha altri valori e le istituzioni dovrebbero difenderli non solo a parole. La soluzione non è tacere e far finta di niente.

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Scritto da
Matteo B.