La testimonianza shock di un tifoso milanista che, insieme al figlio, ha assistito a Verona-Milan di ieri dal vivo allo stadio Marc’Antonio Bentegodi.
Non certo serena ieri sera l’atmosfera allo stadio Marc’Antonio Bentegodi, in vista del posticipo di campionato tra Hellas Verona e Milan.
Non a caso il post-partita è stato infiammato dalle accuse rossonere, riguardo ai cori di stampo razzista nei confronti di Franck Kessie e Gianluigi Donnarumma. L’Hellas ha smentito tali manifestazioni, ma l’ambiente veronese si conferma tra i più caldi e accesi, anche in senso negativo.
Ad avvalorare la tesi c’ha pensato la lettera di un tifoso del Milan pubblicata oggi su Panorama.it, Marco Bergozzi: il supporter si è recato ieri al Bentegodi con il figlio per assistere al match vinto dai rossoneri per 1-0. Ma l’esperienza, secondo la sua testimonianza, è stata delle peggiori.
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Ecco la lettera del suddetto tifoso, che conferma quanto la piazza veronese sia scomoda in tutto e per tutto, anche per via delle rivalità di tifo.
“Avevo già scritto tre anni fa in occasione di Verona-Milan per un episodio assurdo accaduto a mio figlio che allora aveva 9 anni. Da quel giorno mi ero ripromesso di non andare più in quello stadio per la qualità delle persone che lo frequentano.
Purtroppo passa il tempo e anche le cose più brutte si dimenticano e dato che un mio carissimo amico che lavora nell’ambiente del calcio mi ha offerto due biglietti ci sono di nuovo ricascato.
Poltrone ovest, buonissimo posto. Memore dell’altra volta niente sciarpe o magliette del Milan. Ci sediamo sotto ad un gruppo di signori tutti oltre la sessantina. Appena arrivati questi iniziano ad insultare tutti i milanisti: bastardi, figli di puttana, perfino “terroni”. La cosa che più mi sorprende è il modo arrogante e pieno di rabbia che usano. All’arrivo sembravano dei signorotti anche mezzi sfigati, passatemi il termine, che si godono la partita di calcio. In branco si sono trasformati.
Inizia la partita e gli insulti si fanno sempre più pesanti. Espulso Stepinski, un milanista esulta pacatamente, mai lo avesse fatto, partono con minacce: “Tanto passi di qui quando esci, ti spacchiamo le gambe, etc…”. Mio figlio prende paura e mi chiede di andare via. Eravamo appena a 25 minuti dall’inizio.
Decido di rimanere perché altrimenti hanno vinto loro. Da quel momento io poi non mi godo più la partita e penso a proteggere mio figlio da tutta quella violenza verbale e fisica che aumenta sempre di più. L’episodio più grottesco accade quando annullano il secondo goal al Milan: un povero vecchio (solo così si può definire) scende nel corridoio davanti alla balaustra e va verso un gruppo di presunti Milanisti tirando pugni a tutti quelli in prima fila. Questi, sorpresi, non hanno nemmeno il tempo di reagire e lui si rifugia nel suo branco che intanto minaccia da lontano.
Intendiamoci questi sono dei poveretti, ma credetemi che non è un episodio isolato in quello stadio e soprattutto non ha nulla a che fare con i cosiddetti ultras. Si tratta di persone comuni che diventano bestie in branco. Non deve e non può accadere.
Scusatemi ma questo non è lo sport di cui siamo innamorati io e mio figlio. Queste persone vanno allontanate dallo stadio.
Dimenticavo: ovviamente niente stewart nel settore!!!!
Io ho visto partite ovunque nel mondo. Mai visto uno spettacolo penoso del genere”.
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