di Pasquale La Ragione (Twitter @pasqlaragione)
Come col Brescia, il Milan vince ma non convince. Occhio però a sottovalutare questi tre punti: l’Hellas Verona darà filo da torcere a molti perché è una squadra dura a morire. In undici o in dieci, non fa differenza, come ha dimostrato ieri e anche contro il Bologna alla seconda giornata.
Tre punti pesanti, dicevamo, ma prestazione negativa, anche se influenzata dall’espulsione ad inizio partita. Ah, a proposito. Sul rosso a Stepinski qualcuno ha avuto da ridire. Ci congratuliamo per il coraggio. Andiamo avanti. Con un uomo in meno, paradossalmente, la partita si è complicata maggiormente e per un motivo molto semplice.
Abbiamo già visto come il Milan, in condizioni normali, ha difficoltà nel creare palle gol. La fase offensiva, infatti, in questo momento, è la stessa degli ultimi anni: palla a Jesus Suso e speriamo bene. Proprio Marco Giampaolo, nell’intervista post-gara, ha ammesso che “dobbiamo migliorare in avanti“. Krzysztof Piatek fa ancora tanta fatica a giocare coi compagni (diversi errori tecnici banali anche ieri) e Lucas Paquetà è un po’ tutto fumo e niente arrosto. Buon esordio per Rebic, ma serve di più.
Contro una difesa totalmente schierata nella propria area di rigore, sembrava una partita di palla a mano: possesso sul perimetro e basta. L’unica arma del Milan era quella di accelerare gli scambi. E infatti: Calhanoglu–Piatek, uno due stretto, saltata una marcatura e tiro del turco, poi il fallo di mano e il rigore sacrosanto (finalmente!). La chiave è (e sarà) questa. E ai rossoneri la qualità non manca, checché se ne dica. Ciò che manca, invece, è il guizzo e la personalità. Ma quelle, purtroppo, non si allenano.
Note positive dopo queste prime tre giornate di campionato: se l’attacco arranca – solo due gol segnati, uno su rigore -, la difesa continua a reggere. Soltanto una rete subita, poi due clean sheet consecutivi. Il rimpianto è Udine: con questo calendario, il Milan avrebbe potuto essere a punteggio pieno.
Ora spazio al derby e c’è chi già ci dà per spacciati. E’ evidente che l’Inter è molto più avanti in questo momento: quadratura già chiara, nuovi acquisti ben inseriti (Stefano Sensi, che peccato) e gerarchie definite. Ma il derby è sempre il derby. E, per la prima volta, il Milan giocherà contro una squadra più “aperta”. Vedremo cosa succederà.
Chiudiamo questo editoriale con il marcio, e cioè: la vergogna razzista del Bentegodi, la ancor più vergognosa risposta dell’Hellas sui social e la lettera di un padre milanista pubblicata da Panorama (che vi invitiamo a leggere). Tre episodi (incommentabili) che utilizziamo per mandare un messaggio ai signori che lavorano in Lega: siete ancora convinti che sia la pirateria ad uccidere il calcio?
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