Milan Primavera, parla il responsabile Angelo Carbone. Intervistato da Tuttosport, la guida rossonera illustra i passi per rilanciare il vivaio rossonero. Il club sa già come tornare all’exploit di un tempo.
Primavera Milan, è l’anno zero. Dopo la rumorosa retrocessione dello scorso anno, ora è il momento di ricostruire. Raccogliere i pezzi delle macerie e riedificare.
E per riuscirci il più presto possibile, il club si è affidato a un vecchio uomo Milan: Angelo Carbone. Osservatore rossonero fino a quest’estate, è stato poi nominato nuovo responsabile del settore giovanile e coordinatore del dipartimento femminile, dove è affiancato da Elisabet Spina.
Il nuovo riferimento milanista, subentrato al Mario Beretta lo scorso luglio, ha rilasciato un’intervista a Tuttosport oggi in edicola dove ha subito mostrato tutta la sua fierezza: “E’ un motivo di grande orgoglio per me ricoprire questo ruolo, anche perché oggi ho una visione completa di quello che succede nel settore giovanile. Il Vismara è la mia prima casa, ci passo 10 ore al giorno e vengo con grande piacere ed entusiasmo qui per fare il meglio in questo ruolo molto prestigioso”.
Ora bisogna risalire la china. Due gli step: la promozione innanzitutto, e poi il lancio di tanti giovani in prima squadra. Partiamo dal primo discorso: “La nostra Primavera deve tornare nel campionato Primavera 1. Lo scorso anno ci sono state delle concause che hanno portato alla retrocessione, ma quest’anno la società ha fatto un mercato importante e puntiamo a tornare dove meritiamo di stare. La vittoria nel “Mamma Cairo” è stato un bel segnale”.
Poi appunto la crescita dei ragazzi. In passato era un fatto abituale la promozione in prima squadra, ma il fenomeno è invece calato drasticamente di recente: “L’obiettivo è quello di continuare a produrre calciatori che possano andare o in prima squadra o nei professionisti, coltivando il talento dei ragazzi per formarli al meglio e portarli pronti alle porte del calcio dei grandi”.
Ma senza l’ossessione di vincere per forza. Secondo Carbone, il Diavolo è quasi chiamato a un bivio: “Bisogna fare una scelta, vincere o formare i ragazzi. Al Milan, in questi anni, non abbiamo messo come elemento primario i risultati sportivi, anche se sono importanti perché fanno parte di una formazione dei ragazzi”.
E non c’è intenzione di cambiare marcia adesso. I giovani, del resto, sono un elemento fondamentale nella politica di Elliott Management Corporation: “Noi proseguiremo seguendo la nostra identità, che è quella di insegnare ai ragazzi dei principi di gioco che li facciano diventare completi. Noi abbiamo un’identità precisa e un modo di giocare che ci distingue”.
Il risultato non è l’unica cosa che conta. Soprattutto a questi livelli: “Un giocatore non lo formi solo con i risultati. A volte non vinci, ma sai che dietro hai dei giocatori che possono arrivare ad essere importanti. Se vuoi vincere, prendi ragazzi già strutturati e allora vinci”.
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