Analisi contabile comparativa con l’esercizio precedente. Articolo a cura di Raffaele Greco, esperto software per grandi enti in ambito amministrativo e consulente per quanto attiene la gestione dei flussi decisionali, l’automazione e l’ottimizzazione dei processi e/o delle procedure aziendali.
L’ultima di sessione di mercato dell’AC Milan, sostanzialmente, si è svolta e sviluppata su alcune direttrici ben precise ed altre che, inevitabilmente, si potrebbero definire come varie ed eventuali.
Non è dato sapere se il club abbia preso accordi, e di quale natura, con l’UEFA ma appare evidente che abbia scelto la strada di una sorta di autoregolamentazione; almeno, in relazione ed in previsione del risultato dell’attuale esercizio, il 19-20, che si presume non debba essere troppo negativo. La mia personale stima di questo obiettivo, anche per evitare che l’azionista debba ripianare con aumenti di capitale, si posiziona su un passivo finale di circa 30/40M (tasse e imposte incluse).
Il club rossonero ha puntato sul mancato rinnovo dei cinque calciatori a scadenza contrattuale ovvero Abate, Bertolacci, Mauri, Montolivo e Zapata ma anche sul fatto di non aver più Bakayoko a libro paga. Questa circostanza, rispetto al precedente esercizio, ha generato risparmi sugli stipendi per circa 25/26M e sugli ammortamenti per circa 7.
All’interno del sopracitato perimetro iniziale, dunque, gli investimenti/acquisti si sono succeduti con discreta frequenza: Krunic, Hernandez, Duarte, Leao e Bennacer. In questo contesto è maturata anche la cessione di Cutrone che, di fatto, viene sostituito dall’ex attaccante del Lille con prezzi analoghi ma che genera una plusvalenza, probabilmente attorno ai 20M.
A tal proposito, si consideri che nel costo finale del portoghese entra in gioco pure la valutazione data al giovanissimo Thiago Djalò che a sua volta ha generato un ricavo per circa 4,5M.
Arrivati a questo punto è necessario rilevare che, pur senza la risoluzione di Strinic ed il prestito di Laxalt, manovre che hanno permesso qualche ulteriore risparmio, la situazione complessiva registrava, ad incremento del fatturato finale tra plusvalenze e ricavi da cessioni temporanee, circa +25.
Il maggior costo degli ammortamenti provocato dai nuovi acquisti, infine, veniva “assorbito” da un risparmio sugli stipendi anche per effetto degli sconti di natura fiscale previsti nel “Decreto Crescita” i cui benefici, in questo esercizio contabile, si riverberano per i sei mesi del 2020.
Se, dunque, nuovi investimenti non ne sono stati fatti c’è da ritenere che sia a causa delle mancate cessioni a titolo definitivo. Tutte operazioni che avrebbero liberato risorse, specie in termini di quote d’ammortamento, così da mantenere l’equilibrio del c/economico. Appare evidente, infatti, che dovesse avere impatto zero e cioè, rispetto al 18-19, era previsto che i costi del 19-20 quantomeno non dovessero aumentare.
Lo scambio Rebic–Silva, con durata biennale escogitata anche per poter usufruire, in riferimento dello stipendio del croato, dei benefici fiscali previsti dalla nuova legge, è stato una conseguenza di quanto appena esposto ma pure un’opportunità colta “last minute”.
In un’ottica squisitamente contabile, ad eccezione delle plusvalenze che non sono straordinarie, anche se va sottolineato come ci sia ancora la sessione di gennaio che ricade all’interno dello stesso esercizio, e in teoria anche il mese di giugno 2020, il risultato finale è buono. Il saldo tra l’aumento degli ammortamenti e i risparmi sugli stipendi è positivo e, dunque, dal mero punto di vista amministrativo, la gestione di questo mercato è largamente in attivo.
Sarà molto interessante conoscere i dati relativi all’esercizio 18-19 che dovrebbero essere resi noti per la fine di ottobre di quest’anno. In particolar modo, il fatturato netto, e cioè senza i ricavi da player trading, e le spese complessive insieme ad alcuni dettagli tra cui gli oneri della gestione dei diritti dei calciatori che, tradotto volgarmente, significa quanto sono costati i prestiti di Higuain e Bakayoko.
Lo scopo è calcolare il valore finale di quattro raggruppamenti: 1) Ammortamenti; 2) Stipendi Lordi (in scostamento con l’esercizio precedente); 3) Plusvalenze e 4) Prestiti che a loro volta si suddividono in “cessioni” e “acquisti” (importi preceduti dalla lettera “c” oppure “a”). Si rammenta che gli ammortamenti, gli stipendi e i prestiti in acquisto hanno effetto sulle spese, mentre, le plusvalenze e i prestiti da cessione sui ricavi e questi ultimi due componenti contribuiscono ad incrementare il fatturato.
Premesso che, ad eccezione dei residui (valori netti contabili inseriti nella colonna “Disinvestimenti”) e delle quote d’ammortamento evidenziate nel “Quadro Cessioni” rigorosamente rilevate dall’ultimo bilancio dell’AC Milan chiuso al 30.06.2018, la fonte dati di questo report, siano pure numeri riferiti a stipendi o a durate contrattuali o al costo dei “cartellini”, è di natura giornalistica. La sua consultazione, dunque, deve tener conto delle inevitabili approssimazioni e quindi le risultanze si devono considerare come “tendenziali” e senza alcuna pretesa di precisione assoluta.
Ulteriori chiarimenti utili per la sua lettura:
Rinnovi Milan, non solo Donnarumma: altri 7 in scadenza nel 2021