Giampaolo: “Non cambio principi, chiedo pazienza. Mercato? Io alleno”

La conferenza stampa di Marco Giampaolo in diretta live oggi alla vigilia di Milan-Brescia. Dopo la sconfitta con l’Udinese, i rossoneri devono vincere.

Marco Giampaolo
Marco Giampaolo (foto ACMilan.com)

La squadra e Marco Giampaolo hanno deluso nella prima partita di campionato. Non c’è dubbio che nessuno si aspettasse contro l’Udinese un Milan così brutto, senza idee e non in grado neppure di calciare in porta.

Domani a San Siro arriva il Brescia, una neo-promossa reduce dalla vittoria contro il Cagliari e desiderosa di provare a fare almeno un punto a Milano. I rossoneri sono chiamati a reagire, a riscattarsi e a conquistare il successo. Un nuovo passo falso può essere “pericoloso”, andando a minare il morale di un gruppo che invece ha bisogno di iniezioni di fiducia che le vittorie portano sempre.

Marco Giampaolo, conferenza stampa alla vigilia di Milan-Brescia: diretta live

Oggi, nel giorno che precede Milan-Brescia, mister Giampaolo sostiene dalle 14:30 la consueta conferenza stampa dal centro sportivo Milanello. Noi di MilanLive riporteremo live le sue dichiarazioni sui diversi temi affrontati.

Il gioco rossonero: “Il Milan deve giocare prevalentemente nella metà campo avversaria. Ovviamente capita di avere meno spazi e bisogna leggere le situazioni, questo è l’aspetto che ci è mancato per mancanza di conoscenze. Il tempo è il nostro primo alleato, ci sono conoscenze da assimilare. Questa squadra lavora seriamente e che sento fidelizzata. Ovviamente servono sistemare delle cose nel pensiero collettivo. A Udine partita sbagliata, non per mancanza di volontà ma di conoscenze”.

I movimenti Krzysztof Piatek: “Se hai spazio puoi giocare in profondità, altrimenti no e bisogna venire incontro”.

L’importanza di Milan-Brescia: “Tutte le partite sono toste e avere 60mila presenze è importante. Chiedo ai tifosi la giusta pazienza. Il Milan deve fare il Milan, imponendo il proprio gioco. Ovviamente ci sono anche gli avversari, ma serve quella mentalità”.

Giampaolo non cambia le proprie idee: “I concetti non cambiano, posso spostare qualche giocatore ma i principi coi quali abbiamo iniziato a lavorare in estate non cambiano. Abbiamo fatto alcune buone amichevoli perché dall’altra parte c’erano squadre che giocavano in modo aperto, invece abbiamo faticato con chi ci ha aspettato. Non è questione di numeri, ma di interpretazioni”.

La condizione di Giacomo Bonaventura: “E’ forte, ma indietro sul piano fisico e dovrà aspettare”.

Il mister prosegue: “Se non ci si diverte si fanno cose sbagliate, i giocatori devono divertirsi. La squadra lavora bene, ci sono professionisti e sono fidelizzati. I calciatori stanno facendo le cose per bene e sono contento di come lavorano e si applicano”.

Si parla dell’avversario di domani: “Il Brescia è una buona squadra, è organizzata e ricorda la mia Sampdoria. Sarà una partita da giocare bene”.

Confronto con la dirigenza dopo Udine: “Abbiamo parlato della partita, ci siamo confrontati e loro conoscono le dinamiche del calcio. La partita è stata chiara. Andiamo avanti per costruire uno step di lavoro migliore coi giocatori”.

Giampaolo prosegue sull’importanza di lavorare a lungo con il gruppo: “Dobbiamo lavorare insieme. Sono partito in ritiro con 8 Primavera, forse alcuni sanno anche muoversi meglio avendo lavorato di più in un certo modo. Scordatevi che un giocatore possa domani arrivare nel Milan e giocare subito, se pensiamo a un’idea di insieme e non di individualità. Non contesto a caso il calciomercato che chiude il 2 settembre”.

L’impiego di Calhanoglu da regista: “I nostri play sono Biglia e Bennacer. Lucas si è infortunato, Ismael è arrivato da poco e quindi la scelta è ricaduta su Calhanoglu”.

Il mister vede bene i suoi calciatori: “La sconfitta pesa e infastidisce, ma ho visto una reazione dei giocatori”.

La posizione di Jesus Suso: “Vediamo domani dove gioca. A volte mi chiamavano talebano perché non cambiavo mai. Io vado avanti per la mia idea di calcio”.

Il calciomercato: “I dirigenti sanno cosa fare, io alleno la squadra al meglio e sono contento di come i giocatori lavorano. Sanno loro come operare. Ci sono dinamiche che loro conoscono e che non sono di mia pertinenza. Io penso ad allenare”.

Il bisogno di avere tempo: “In generale c’è sempre poco tempo, ma io il tempo devo prendermelo comunque. Non sono uno che salta step, ho la necessità di fissare principi e comportamenti. Non delego dal percorso che devo fare, non butto allenamenti. Ogni seduta deve avere un obiettivo e una finalità per migliorarci. Il pensiero collettivo rende i calciatori più forti. Poi giocatori più forti abbiamo e migliore sarà la squadra. La storia del Milan la conosciamo, ne sono consapevole, ma andiamo avanti”.

Le sue dichiarazioni post Udinese-Milan sull’attacco: “Le mie parole sono state strumentalizzate. Posso cambiare delle posizioni in campo, ma non cambio la filosofia e i principi. Non è un segnale di debolezza, poi ognuno interpreta come vuole”.

L’impiego di Fabio Borini come mezzala: “Bisogna parlare anche di condizione fisica e poi serve integrarli in un pensiero collettivo. Il discorso è più ampio, ci sono valutazioni diverse. Borini si è allenato bene fin da subito e ha giocato lui. Il Milan non può pensare di avere 11 titolari, siamo morti. Ognuno deve portare un pezzo di plusvalore nell’interesse della squadra, che sta sopra a tutto. Ciascuno deve contribuire per ottenere il massimo dei risultati”.

La mancanza di centimetri nel Milan: “Sul gol abbiamo sbagliato il posizionamento. L’organizzazione difensiva deve farci fare meglio le cose. Bisognava marcare in modo migliore, la statura non c’entra”.

Calhanoglu trequartista e la competitività del reparto offensivo attuale: “Il trequartista è un attaccante, con duttilità e qualità. Ecco perché Suso può giocare lì. Non penso ad un trequartista che sia un centrocampista. Poi in certe partite possono esserci scelte diverse da contestualizzare. Gli attaccanti lavorano bene, sono bravi e devo tirare fuori il massimo da loro”.

Il mercato non influenza le convocazioni: “Quelli che convocherò sono tutti nella condizione di giocare, anche se c’è qualche spiffero di calciomercato. Non sono condizionato e anche il giocatore non deve esserlo. Chi è al Milan è un privilegiato”.

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