Milan, intervista di Antonio Di Gennaro a Tuttosport. L’ex rossonero, collaboratore tecnico di Fatih Terim nel 2001, ripercorre il passato e analizza l’attuale situazione di Marco Giampaolo
Dare tempo a Marco Giampaolo e lasciarlo lavorare: è questo l’appello dell’ambiente milanista e non solo. Tra questi, vi è anche Antonio Di Gennaro. Ex centrocampista, non ha mai vestito il rossonero ma lo ha vissuto da collaboratore tecnico nella prima parte della stagione 2001/02.
In panchina, all’epoca, c’era Fatih Terim, per il quale non ci fu un felice epilogo. Intervenuto ai microfoni di Tuttosport, l’attuale commentatore Tv si augura che la storia non si ripeta.
Milan, intervista all’ex Di Gennaro
Inevitabile l’amarezza dopo il passo falso della Dacia Arena, ma non bisogna sprofondare nel pessimismo: “Penso siano tutti delusi, in primis l’allenatore che infatti ha valutato subito di cambiare qualcosa. Sono convinto che Giampaolo sia un ottimo tecnico e che saprà creare i presupposti per migliorare il Milan, ma ci sono aspettative alte e dovrà fronteggiare squadre importanti per conquistare un posto in Champions”.
Una griglia, in realtà, che sembrerebbe già definita. Almeno per quanto riguarda il podio: “Perché diciamocelo, i primi tre posti sono già assegnati con Juventus, Napoli e Inter. Il Milan dovrà vedersela con la Lazio, secondo me la vera mina vagante del campionato con Luis Alberto, Miinkovic-Savic e Immobile al top, ma anche con Roma, Atalanta, Torino e Fiorentina”.
Obiettivo Champions, passato e questione Piatek
Nonostante non sia per nulla semplice, c’è comunque fiducia nell’operato del neo allenatore: “Io penso che Giampaolo abbia le doti per portare il Milan in Champions e credo che la squadra abbia qualità non inferiori a quelle delle dirette rivali. Bisogna avere pazienza, ma indubbiamente fare qualcosa di più rispetto a Udine, dove i rossoneri non hanno creato occasioni pericolose”.
Chi non ebbe tempo fu appunto Terim. Ma Di Gennaro dribbla possibili paragoni tra il turco e l’attuale guida rossonera: “A noi fu chiesto di arrivare quarti e quando fummo esonerati eravamo quinti a un punto dal quarto posto, avendo vinto pure il derby. La nostra storia al Milan terminò perché non c’erano buoni rapporti fra Terim e la società, mentre Ancelotti era un uomo Milan e trovò subito un ambiente che lo accolse bene”.
Infine capitolo Krzysztof Piatek. Per l’ex calciatore serve un fantasista che lo metta in condizioni di rendere al meglio, ma il vero problema resta un altro. Ossia: “Il polacco deve fare qualcosa di più: Giampaolo non vuole un centravanti che aspetta la palla in area o gioca solo in profondità, ma vuole un “9” che lavori per la squadra. Se Piatek migliorerà in questo aspetto, ritroverà rapidamente la via del gol”.
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