Milan, filtra ottimismo per Angel Correa: malgrado il braccio di ferro e la distanza economica, la società è fiduciosa. Ecco perché
Aspettare a oltranza per poi sferrare l’assalto decisivo: come riferisce il Corriere dello Sport oggi in edicola, è questa la strategia del Milan per Angel Correa.
Nelle ultime ore non ci sono stati passi in avanti, ma il continua ad avere fiducia e sa che il tempo gioca a suo favore. Soprattutto con l’aiuto dell’argentino, il quale, desideroso di vestire il rossonero, proverà a forzare la mano per lasciare Madrid entro agosto.
Correa pallino di Boban
Il braccio di ferro tuttavia è destinato a prolungarsi ancora a lungo, ma la società potrà far leva sul patto d’acciaio col giocatore sperando che l’Atlético, nel frattempo, abbassi le proprie pretese. La forbice da ridurre tuttavia è abbastanza ampia: 10 milioni in totale, tra la proposta da 45 complessivi e la richiesta di 55.
Il giocatore – rivela il quotidiano – nel frattempo si allena ma attende novità del suo entourage, il quale è in continuo contatto con la dirigenza milanista. Correa è un desiderio particolare di Zvonimir Boban, pronto a scommettere forte sul suo talento.
André Silva-Suso, aspettando una cessione
Il tutto mentre Elliott Management Corporation aspetta ancora una cessione. Magari quella di André Silva, ma Jorge Mendes – rivela il CorSport – sta riscontrando difficoltà nel trovare un’altra soluzione. Così, in attesa di novità, non si esclude una permanenza finale dell’atleta lusitano, magari come quarta o quinta scelta per l’attacco.
Per quanto riguarda invece Suso, richiesto da Marco Giampaolo ma sacrificabile per la dirigenza, si registra il primo ‘no’ rossonero al Lione. La squadra francese ha infatti formulato un’offerta al ribasso rispetto alle richieste milaniste, che si aggira sui 35 milioni di euro. La proposta transalpina – rivela il quotidiano – invece non superava i 30 e, almeno per ora, è stata rigettata. Il giocatore – dall’altra parte – vorrebbe restare e magari rinnovare con il Milan.
Milan, per ora il bilancio è ok: ecco perché