Chi è Léo Duarte, il ‘mastino’ in arrivo da Rio

Léo Duarte e Vagner Love
Léo Duarte e Vagner Love (©Getty Images)

Da Rio de Janeiro con furore, proprio come Lucas Paquetá. La tratta è la stessa, e torna a scaldarsi sei mesi più tardi. Dal Flamengo a Milanello, di nuovo. Ieri per un trequartista, oggi per un difensore centrale. Perché tranne colpi di scena last minute – francamente inimmaginabili, – sarà Léo Duarte il rinforzo richiesto da Marco Giampaolo per il reparto arretrato.

Milan, chi è Duarte

Nato il 17 luglio 1996 a Mocca, comune dello Stato di São Paulo, si tratta di un difensore piuttosto agile e veloce. Non un centrale roccioso come dimostrano anche i suoi 183 cm per 76 kg, ma un grintoso segugio infernale con mordente e ostinazione.

Dotato di senso della posizione, è bravo nel spezzare l’azione avversaria e far ripartire la propria squadra. E alle volte gli capita anche di osare, con piccole sgroppate stile l’ex interista Lucio. Può ancora migliorare sul piano tecnico, poiché non è la sua caratteristica principale, così come, inevitabilmente, avrà bisogno delle lezioni tattiche del maestro Giampaolo una volta approdato in Italia. Di piede destro, gioca nel centrodestra ma gli capita spesso di proporsi sulla fascia e crossare.

L’exploit nel Flamengo

La sua vera avventura nel mondo del calcio inizia al Desportivo Brasil di São Paulo, ma dura giusto un anno: tempo di compere la maggiore età e di confermare gli alti numeri del suo repertorio, che arriva subito la chiamata Flamengo, di cui presto divenne anche capitano della formazione giovanile.

Duarte è stato infatti il lader carismatico di un baby Mengão, nonché uno dei perni principali della formazione che nel 2016 vinse la Copa São Paulo de Futebol Junior, il torneo più importante del Paese sul fronte giovanile. Avventura esaltante che gli vale la promozione dopo una trafila lunga due anni, conclusasi precisamente il 14 maggio 2016 con l’esordio nel Brasileirão in Flamengo-Botafogo.

Dopo un 2017 da riserva, l’anno successivo diventa titolare ottenendo ben 37 presenze all’attivo tra campionato, Coppa del Brasile e Coppa Libertadores. E oggi è un perno fondamentale per il tecnico portoghese Jorge Jesus, dove tra l’altro gioca accanto a Rodrigo Caio, altro difensore più volte accostato al Milan in passato. Il quasi rossonero tuttavia aspetta ancora la chiamata della Seleção, dalla quale finora non ha mai avuto una chance.

Ecco perché il Milan ha scelto Léo Duarte 

Considerate le difficoltà per Merih Demiral, il club ha puntato su Léo Duarte perché coniuga le esigenze economiche, tecniche e gerarchiche della società. Affare di ‘soli’ 11 milioni di euro (probabilmente già nel database di Leonardo), e non 20-30 come per altri. Avrà chiaramente bisogno di tempo e ‘lezioni’, ma si tratta di un giocatore già pronto e che all’occorrenza potrà serenamente rimpiazzare Alessio Romagnoli o Mateo Musacchio.

A soli 23 anni, inoltre, si tratta comunque di un profilo con margini di miglioramento e potenzialmente futuribile, ma al contempo non è di un rinforzo ingombrante. Quindi non metterà in difficoltà Mattia Caldara e né creerà problemi alle graduatorie del reparto arretrato, salvo exploit sorprendenti.

Una valida alternativa, utile per l’oggi e il domani, ma senza scombinare i piani del Milan. Perché nei piani del club, destino permettendo, la coppia del futuro resta sempre Romagnoli-Caldara.

 

di Pasquale Edivaldo Cacciola

 

Redazione MilanLive.it

 

 

 

 

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