Milan, intervista a Krzysztof Piatek. L’attaccante polacco si esprime su tanti temi: Marco Giampaolo, Gennaro Gattuso, obiettivi personali, futuro e non solo.
Parola a Krzysztof Piatek. Reduce da 30 goal al suo primo anno italiano, il totem del Milan targato Elliott Management Corporation ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport oggi in edicola. Di seguito alcuni passaggi.
Si parte dal cambio di maglia. Appena sei mesi dopo, infatti, Piatek ha già optato per la numero 9 ‘maledetta’: “Sono felice di averla sulle spalle. Il 9 è un numero importante per un attaccante, tutti i migliori ce l’hanno. Lewandowski, Suarez, Benzema, Kane. Sono felice perché la società ha creduto nelle mie qualità, mi avevano detto che me la sarei dovuta conquistare, mentre io dissi che avrei lottato con tutte le mie forze per averla e ce l’ho fatta”.
E non ha certamente paura dei precedenti: “Non credo alla scaramanzia e a questa maledizione. Per me la 9 è la normalità, andrà tutto bene come con la 19. Sarò in grande forma, vedrete. La cosa non mi fa paura”.
Quanti goal vorrà segnare quest’anno Piatek? L’attaccante si mantiene cauto: “Non voglio dire un numero specifico perché se poi non ci arrivassi tutti parlerebbero solo di quello. Semplicemente, vorrei segnare ogni partita. So che non ce la farò, ma la missione è quella. L’obiettivo è segnare più della scorsa stagione, bisogna sempre migliorarsi”.
Idee chiare, però, per quanto riguarda gli aspetti da migliorare: “Magari le punizioni. E anche il tiro: è buono ma vorrei perfezionarlo. Se devo scegliere una cosa sola, dico segnare di più col sinistro, magari migliorando il tiro dai 20-25 metri”.
Intanto è nato subito il feeling con Marco Giampaolo: “È un maestro di calcio, lo confermo. A livello tattico ogni dettaglio per lui è fondamentale e passa molto tempo a spiegare in allenamento. Per me è una buona cosa, ha ottime idee sul piano del gioco. Il 4-3-1-2 mi piace perché dà molte soluzioni offensive. In Italia ho già avuto quattro allenatori, lui è il quinto, e ognuno aveva i propri punti di forza, ma lui tatticamente è senz’altro il migliore. Ha molte idee, e tutte chiare”.
Doveroso, tuttavia un ricordo per il suo primo tecnico in rossonero, Gennaro Gattuso: “Lui è una leggenda e ha anche un carattere un po’ matto (ride, ndr), da allenatore come ce l’aveva da giocatore. Ama da morire il Milan. Si è assunto molte responsabilità ed è arrivato alla fine stanco e svuotato”.
Ma guai a chiedergli del futuro: “Sono una persona che non pensa molto al futuro. Ora sono qui negli Usa, concentrato sul presente. Però, come ho detto, il mio obiettivo è giocare in Champions e magari vincere un trofeo, così come in nazionale è andare all’Europeo”.
Infine la promessa. Ecco cosa è disposto a fare Piatek in caso di qualificazione in Champions League: “Mi tingo i capelli di bianco. Ma credo che non durerei più di un giorno….”.
Redazione MilanLive.it