Marco Giampaolo guiderà l’inizio del nuovo corso del Milan. Nel prossimo campionato si ritroverà di fronte un caro vecchio amico, Maurizio Sarri, ufficializzato ieri come allenatore della Juventus.
Come racconta la ‘Gazzetta dello Sport’ di oggi, fra loro due c’è un filo conduttore di grande spessore. Hanno frequentato insieme il corso di Coverciano, era l’anno 2006-2007. Lì sono diventati amici, ma anche reciproci estimatori. Fu proprio Sarri a indicarlo come suo successore all’Empoli. E da lì Giampaolo ha rilanciato la sua carriera. I due sono legati da idee e mentalità molto simili. E anche dalla tesi all’esame, basata sullo stesso argomento, cioè la settimana tipo dell’allenatore. Vale la pena darle un’occhiata per capire il modo di pensare del nuovo tecnico rossonero.
La riflessione di Giampaolo si basa sostanzialmente su due cardini: la centralità della figura dell’allenatore e la sua missione. Che diventa ancor più importante nel suo caso, dove la tattica è la regina. “Pignolo e tecnologico” viene definito dalla ‘Gazzetta dello Sport’, perché lavora più sulla testa che sulle gambe. Molto attento alla fase difensiva – ispirata da Delneri – ma anche al resto del campo. In costruzione il riferimento è uno e uno soltanto: Pep Guardiola. Come scrive nella tesi, l’esercizio che apprezza di più è “l’undici contro zero”, ovvero lo sviluppo dell’azione senza avversari. Tecnologico sì, perché ricorre spesso a strumenti di ultima generazione per rendere ancora più efficace il suo lavoro. Come Sarri, utilizza dei droni per studiare meglio le sedute di allenamento.
Per quanto riguarda il rapporto con i calciatori, nella sua tesi Giampaolo spiega che è meglio utilizzare poche parole negli intervalli e nel post-gara. Le analisi e riflessioni collettive vengono rimandate al martedì, a bocce ferme e a mentre fredda. Fondamentale anche il legame con staff medico e fisioterapisti, “collaboratori che hanno una grande importanza nell’economia della stagione”. Raccomanda una linea “allineata e coperta” coi media, con l’intenzione di non dare suggerimenti di formazione. Per quanto riguarda la domenica, “è terra di tutti e di nessuno, ogni collega la vive come esperienza, carattere e personalità gli impongono”.
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Redazione MilanLive.it