MILAN NEWS – E alla fine rivoluzione fu in casa Milan. All’indomani degli addii di Leonardo e Gennaro Gattuso, attraverso un’intervista a La Gazzetta dello Sport, prende parola direttamente l’Ad Ivan Gazidis spiegando il progetto di Elliott Management Corporation.
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L’obiettivo dell’amministratore delegato, e della proprietà, è chiarissimo: “La visione è chiara, togliere dal Milan le zavorre finanziarie e rimetterlo nella giusta direzione, rendendolo un club moderno. Il Milan muove passioni e sentimenti incredibili, quasi commoventi. Ma nel 2019 non abbiamo ancora una App. Dobbiamo modernizzare il club, farlo crescere. Il brand c’è, la storia pure, ma il calcio si è evoluto, non si può continuare a guardarsi indietro. Tre sono i punti fondamentali, senza un ordine gerarchico, perché vanno di pari passo e si intrecciano tra loro ogni giorno: 1) Riorganizzazione economica, con la capacità di generare profitti e reinvestirli 2) Aumentare la qualità della squadra, riportandola al top del calcio italiano ed europeo 3) Trovare le giuste soluzioni per lo stadio. Che sia San Siro o un nuovo impianto, dovrà essere invidiato nel mondo”.
Bisogna fare in fretta per la gloria del Milan, ma non perché ci sia una scadenza fissata dal fondo statunitense: “Elliott non ha mai posto un termine temporale. La sua è una chiara visione. Non abbiamo una dead line, e non faccio promesse di accorciare i tempi. Sfrutteremo ogni minuto delle nostre giornate finché non avremo raggiunto lo scopo. Di tempo ne servirà, ma ci riusciremo. Questo club è speciale, ho enorme rispetto per l’amore che suscita e questo amore io non lo prendo in giro. Il Milan deve essere orgoglioso della sua straordinaria storia, ma non è nel passato che troveremo la soluzione dei problemi. Per tornare in alto il mondo Milan deve credere nel cambiamento”.
La spiegazione – spiega il dirigente – non è investire all’impazzata: “Chi cerca un demiurgo che schioccando le dita e aprendo i rubinetti economici, risolva tutto, non lo troverà qui. Di illusioni e bugie ce ne sono già state abbastanza. Siamo al Milan per assicuragli un futuro nei vertici mondiali, con un percorso serio, realistico. Non significa non sognare, significa lavorare duramente per rendere i sogni realtà. Abbiamo grandi sfide davanti e la volontà di giocare stabilmente in Europa, ma nel rispetto del Financial Fair Play e dei paletti esistenti. Saltare le regole cercando un improbabile “All in” come se fossimo a un tavolo di poker non solo è rischioso, è sbagliato, perché dietro un presunto godimento del momento c’è il baratro”.
E a proposito della UEFA: “L’obiettivo delle prossime stagioni è crescere nel rispetto del FFP e portare al Milan giocatori di qualità che crescano col club mostrando il loro valore e diventando l’orgoglio dei tifosi. Non compreremo giovani talenti per rivenderli, ma perché restino e facciano la storia futura del Milan. Ma tutti dobbiamo aver chiaro dove siamo oggi e qual è il cammino da fare. Ai nostri tifosi faccio un discorso pieno di trasparenza e onestà. La storia delle belle promesse non mantenute è finita. Ma se sono qui è perché sono estremamente ottimista e convinto che si possa fare, che il Milan tornerà presto ai vertici. Dobbiamo girare l’angolo, non sarà facile, ma troveremo la strada giusta. E potrà farlo anche il calcio italiano, se sarà capace di evolversi nelle scelte e senza più commettere quegli errori che hanno fatto sprecare l’enorme quantità di entrate degli anni novanta che non furono mai impiegate per crescere nelle infrastrutture e nella gestione delle società”.
Gazidis: “Milan, così rinforzeremo la squadra”
Per quanto riguarda invece la squadra: “Ci sarà il giusto bilanciamento tra giovani di qualità e giocatori che abbiano leadership ed esperienza. Ma la nostra strategia non è investire in giocatori Top o che lo sono già stati, ma in chi può diventarlo con la nostra maglia. Non bruceremo i nostri fondi per una sola stagione nel presente, ma vogliamo costruirci il futuro: una generazione di calciatori forti che crescano velocemente insieme al club. Gente che abbia entusiasmo e sia pronta alla sfida”.
Gazidis parla anche delle uscite di Leonardo e Gattuso: “Leo ha deciso di lasciare e vivere nuove sfide. Avrà sempre il mio grazie per ciò che ha fatto. Nessun conflitto, ma il massimo riconoscimento per lui e il suo grande sforzo. Non ho parole per descrivere Gattuso: un uomo straordinario che ha portato la piena responsabilità della stagione sulle sue spalle. Forse anche troppo. Ha fatto una analisi e una scelta di grande onestà: non ce la faceva a portare ancora questo peso. Ma Rino rimarrà un amico del club per sempre. Non lo conoscevo prima, ho un enorme rispetto per lui”.
Gazidis aspetta Paolo Maldini per l’area tecnica
Non arriverà Luis Campos. Gazidis punta forte su Paolo Maldini: “Io non ho mai pensato a Campos, è un dirigente del Lille, dove sta facendo bene, e non verrà al Milan. Io quello che la stampa voleva far fare a Campos – ma lo dico col sorriso e senza polemica – lo voglio far fare a Maldini. Vorrei davvero che Paolo restasse con noi e mi aiutasse in questa grande sfida con un ruolo sempre più centrale e importante. Lo ammiro immensamente. Lui rappresenta i valori e la cultura del club. Non in moto etereo, ma reale. Vedi Maldini e vedi il Milan. Lui è l’ideale per gestire l’area tecnica. Avrebbe intorno uno staff all’altezza. Non un ruolo di facciata ma assolutamente centrale nelle scelte tecniche. Non gli chiedo di fare tutto da solo. Si lavora in gruppo, sarà supportato ed aiutato, può darci tantissimo. E’ stata una stagione logorante per tutti e anche Paolo ha chiesto tempo per riflettere e capire se ha l’energia giusta per ripartire con questo progetto difficile, arduo, che richiede il massimo impegno e che va sposato totalmente. Deve sentirsela al 100 per 100. Questa è la condizione per chiunque voglia venire al Milan. Ma nel caso di Maldini non deve venire al Milan, lui è il Milan…”.
Infine la chiosa sull’allenatore: “Non voglio pensare ad altri profili diversi rispetto a Maldini, aspetto la decisione di Paolo: poi prenderemo tecnico e giocatori. Il nuovo allenatore sarà scelto con cura: non importa l’età o la nazionalità, importa che sia adatto a ciò che vogliamo fare e costruire. Nelle mie esperienze di dirigente di calcio negli Stati Uniti e in Inghilterra non mi sono mai vantato di giudicare tecnicamente un giocatore, ma so studiare i profili di chi è adatto a ricoprire un ruolo in una struttura. La scelta del tecnico, con l’aiuto spero di Maldini, sarà fatta con calma, studiando ogni particolare: storia, personalità, profilo, risultati, statistiche. Non vogliamo sbagliare nulla. Abbiamo una lunga e stimolante partita da giocare. Sono sicuro che la vinceremo”.
Redazione MilanLive.it