Milan-UEFA, trattativa impossibile: ecco le motivazioni

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Paolo Maldini, Leonardo e Ivan Gazidis (©Getty Images)

NEWS MILAN – Ferrara e Nyon, le due tappe che determineranno l’estate e il futuro del Milan. Prima la gara con la SPAL, con un orecchio a Inter-Empoli e Atalanta-Sassuolo, poi il faccia a faccia definitivo con la UEFA per il fair play finanziario.

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Come evidenzia La Gazzetta dello Sport oggi in edicola, l’origina di tutti i mali, pur non volendo, è stato il ricorso contro la prima esclusione dalle coppe. Se la società avesse accettato quella sentenza relativa al triennio 14-17, invece di andare al Tas, ora avrebbe scontato il suo anno d’inferno in Europa League, soprattutto per come è andata, e avrebbe potrebbe programmare il futuro europeo senza carichi pendenti. Ora il ricorso al Tas ha innescato una spirale senza fine. La seconda sentenza è stata anche peggiore dell’iniziale: dalla squalifica secca si è passati infatti alla squalifica con la condizionale e posticipata al 2021 se i conti non saranno messi a posto. E visto che il bilancio non è certo migliorato, il triennio 15-18 ancora in rosso ha portato anche a un nuovo deferimento che fa temere un altro anno di squalifica.

Milan-UEFA, accordo impossibile

Impossibile una trattativa Milan-UEFA. In primis per il buon senso: perché mai l’organo europeo dovrebbe scendere a patti con un club mentre sta per sanzionarne un altro blasonato come il Manchester City? Poi subentra il discorso giuridico: c’è un procedimento disciplinare in corso, che si concluderà con una decisione a fine maggio o a inizio giugno. Come in un normale processo, l’imputato non può chiedere una transazione al giudice prima della condanna e quindi la sentenza arriverà presto.

C’è un altro scenario da tenere in considerazione, anche se finora non si è mai registrato un caso simile: ossia il ricorso di altri club. Perché il regolamento prevede che «terzi interessati» possano ricorrere contro sentenze ingiuste o indirettamente punitive nei loro confronti. Quindi con un Milan non sanzionato, e qualificato alle coppe, Roma, Inter, Atalanta e Torino potrebbero essere motivate a far ricorso nella speranza di prendere il posto del Diavolo in Europa. Rinunciare alle coppe – aggiunge il quotidiano – anche non è la soluzione giusta: sarebbe come quei giocatori che si fanno ammonire per saltare una partita minore, difficile quindi che non abbia conseguenze. E gli effetti sarebbero negativi per il campionato: in caso di rinuncia, infatti, non subentrerebbe nessuno. L’Italia resterebbe in campo europeo con una squadra in meno.

 

Redazione MilanLive.it

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