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NEWS MILAN – Il Milan di oggi si prepara per affrontare la semifinale di ritorno di Coppa Italia. Esattamente 16 anni fa, invece, la squadra guidata da Carlo Ancelotti si conquistava l’accesso all’ultimo turno prima della finale di Champions League.
Milan–Ajax è stata una delle partite più emozionanti della storia rossonera. Era il 23 aprile 2003, si giocava contro una squadra, quella olandese, piena di talenti che da lì a pochi anni sarebbero diventati campioni: Zlatan Ibrahimovic, Christian Chivu, Wesley Sneijder, Van der Meyde e Pienaar. Il ‘Diavolo’ invece era già forte, fortissimo: erano gli anni d’oro, quelli che nessun tifoso può dimenticare in alcun modo. E quella squadra rese la serata leggendaria, unica, irripetibile. Chi più ne ha, più ne metta.
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Milan-Ajax 3-2, cronaca di un capolavoro
Ad Amsterdam la partita si concluse con il risultato di 0-0. A San Siro, quindi, al Milan sarebbe bastato vincere. Dida in porta; Maldini, Nesta, Costacurta e Simic in difesa. Linea a quattro a centrocampo con Rui Costa, Ambrosini, Christian Brocchi e Kaladze. In attacco il tandem Shevchenko–Inzaghi. La partita si mise subito bene per gli uomini di Ancelotti: la rete del vantaggio arrivò al 30′ con Pippo. Nel secondo tempo, intorno all’ora di gioco, Litmanen pareggia. Ma l’1-1 dura poco: passano due minuti e Sheva rimette le cose a posto. Con il 2-1 i rossoneri dormono sonni tranquilli. Ma siamo ai quarti di Champions League e tutto può succedere, soprattutto se cala la tensione. Al 78′ Pienaar approfitta di una disattenzione difensiva e batte Dida: è 2-2 a dieci minuti dal termine. Sembra finita, ma poi poi succede l’impossibile: Maldini pennella, Ambrosini fa da torre e Inzaghi supera Lobont di pallonetto. Poco prima che la palla superi la linea, Jon Dahl Tomasson toglie ogni dubbio e appoggia letteralmente in porta. Ma è Super Pippo ad esultare. E insieme a lui tutta la squadra: chi era in campo, chi era in panchina, chi è sugli spalti.
Quel Milan non poteva fallire
Una partita folle. Chi ha avuto la fortuna di guardarla quella sera di certo la ricorderà. Fu un momento meraviglioso, indelebile. Un segno che il Milan sarebbe arrivato fino in fondo. E l’avrebbe portata a casa, quella coppa, per la sesta volta nella sua storia. La prima alzata al cielo da Paolo Maldini, 40 anni dopo papà Cesare. Ma prima, la squadra di Ancelotti dovette superare l’Inter nel derby d’Europa in semifinale (0-0 l’andata, 1-1 il ritorno), poi la Juventus in final. Con i bianconeri fu una partita infinita, risolta soltanto ai calci di rigori dalla freddezza di Shevchenko e dai guantoni sicuri di Dida. Tre partite in tutto estenuanti. Ma la vittoria all’ultimo secondo con l’Ajax diede quella carica necessaria per affrontare qualsiasi cosa. Quel Milan proprio non poteva fallire.
Redazione MilanLive.it