Nel calcio moderno c’è una qualità che è imprescindibile, e spesso e volentieri risulta più decisiva di ogni altra cosa: la determinazione.
E ieri in Parma-Milan nei rossoneri non si è vista questa qualità, per tutto il match praticamente. Ed è inconcepibile per una squadra che lotta per un posto in Champions League. Il pareggio maturato allo stadio Ennio Tardini ha lasciato l’amaro in bocca per come è arrivato. Analizziamo prima il match in sé: primo tempo soporifero, ritmi bassi e nessuna azione importante creata dai rossoneri. Nella ripresa diversi cambi di modulo di Gennaro Gattuso, che ridisegnando la squadra è riuscito a dare più imprevedibilità alla manovra: trovato un gol casuale, fortunoso, tutto quel che volete, ma quanto mai importante con Samuel Castillejo di testa su assist di Jesus Suso.
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Poco dopo il gol del vantaggio, il Milan trova il raddoppio con Patrick Cutrone ma prontamente il guardalinee segnala fuorigioco. Dal VAR confermano dopo diversi minuti, e dal fermo immagine si nota come per due-tre millimetri Piatek sembri oltre la linea: una segnalazione clamorosa, sulla quale si è obbligati a fidarci degli strumenti VAR soprattutto sul momento preciso in cui parte la palla data da Kessie. Poco dopo si infortuna Cutrone, che per almeno dieci minuti zoppica e lascia la squadra in inferiorità numerica seppur resti in campo. Ovviamente erano finiti i cambi. Poi il gol casuale del Parma, fino a quel momento per nulla pericoloso: punizione-jolly di Bruno Alves e due punti buttati dal Milan.
Quel che dà rabbia, oltre allo sfortunato andamento degli ultimi 15-20 minuti, è stato l’atteggiamento della squadra. Passivi contro un avversario inferiore sotto tutti i punti di vista, eccetto che nella voglia e convinzione. Emblematico in tal senso l’ingresso di Lucas Biglia, peggiore in campo secondo noi. Camminava in campo, in ritardo sugli avversari e non incisivo in fase di costruzione. Ha sbagliato troppo, e alla fine il Milan ha pagato.
Gattuso in passato ha parlato di gestione della tensione all’interno dello spogliatoio prima di una partita. E probabilmente, come ammesso anche da lui stesso nel post-partita, non riesce a trasmettere voglia, grinta e veemenza alla alla propria squadra in determinate partite, nonostante da giocatore ci abbia costruito una carriera grazie a questa caratteristica. Tempo fa aveva ammesso di essere spesso in dubbio sul fatto di alzare la tensione in certe partite o meno, per paura che la squadra non rispondesse adeguatamente a certi stimoli.
Mancano 5 partite alla fine del campionato, e al momento il Milan è ancora al quarto posto più per demeriti degli avversari che per meriti propri. Il prossimo impegno in campionato sarà in casa del Torino, con i granata che vincendo scavalcherebbero di fatto il Milan (a pari punti, ma eventualmente con gli scontri diretti a favore dopo lo 0-0 a San Siro dello scorso dicembre). Nemmeno a dirlo che vincere è più che obbligatorio, e stavolta sarebbe meglio che si cominci ad esser carichi e grintosi dal primo all’ultimissimo minuto di partita.
Giacomo Giuffrida – Redazione MilanLive.it