Da inizio dicembre Ivan Gazidis è approdato al Milan nelle vesti di amministratore delegato, fortemente voluto dal fondo Elliott Management Corporation per gestire il club sotto il profilo amministrativo-finanziario e rilanciarlo sul piano commerciale, oltre che politico.
Il manager sudafricano vanta una grande esperienza nel mondo del calcio. Nel 1994 era nel team dei fondatori della Major League Soccer statunitense e nel 2001 è divenuto vice-commissario della MLS. Si è occupato soprattutto di marketing e strategie commerciali. Ha anche contribuito a promuovere la Federcalcio Messicana e la CONCACAF Gold Cup. Il suo ottimo lavoro ha attirato l’attenzione dell’Arsenal, del quale è divenuto CEO dal 1° gennaio 2009.
Anche nei Gunners ha prodotto buoni risultati. Sfruttando pure la grande crescita generale avuta dalla Premier League, oltre che la costante qualificazione in Champions League della squadra, il fatturato è passato dai 263 milioni di euro iniziali ai 487 milioni record del 2017, mentre l’ultimo bilancio della gestione Gazidis è stato chiuso con ricavi per circa 440 milioni per effetto della mancata qualificazione in Champions. In generale negli anni c’è stato un boom degli introiti commerciali dell’Arsenal, arrivati a ben 135 milioni nel 2017 e poi attestati sui 226 nell’ultimo esercizio sotto la gestione del manager nato a Johannesburg. Molto ricche le sponsorizzazioni e le partnership firmate, soprattutto con Fly Emirates (ultimo rinnovo da oltre 40 milioni annui fino alla stagione 2023/2024) e Puma (quasi 35 milioni l’anno). Quest’ultima dalla prossima stagione verrà sostituita da Adidas: il nuovo contratto siglato a ottobre, quando c’era ancora Gazidis, vale oltre 60 milioni annui per il prossimo quinquennio.
Il lavoro prodotto da Gazidis a Londra hanno spinto Elliott a puntare su di lui per rilanciare il Milan. Paul e Gordon Singer sono simpatizzanti dell’Arsenal e, da uomini di affari, hanno seguito con grande interesse il suo operato nei Gunners. Non è casuale che abbiamo deciso di investire su di lui, dandogli uno stipendio da circa 4 milioni l’anno. Ovviamente sono consapevoli che la Premier League non è la Serie A e che il club rossonero ha bisogno di un po’ di tempo per ridurre l’enorme gap che lo separa non solo dalla Juventus, ma anche dal resto delle big europee. Un primo tassello del progetto è sicuramente il ritorno in Champions League, obiettivo che può essere raggiunto nella prima stagione di gestione americana e che andrebbe a dare una svolta al Diavolo.
Gli ingenti ricavi derivanti dalla qualificazione alla competizione permetterebbero di migliorare in maniera significativa il bilancio del Milan, da anni in profondo rosso. I premi UEFA possono garantire una svolta ai conti milanisti. Andare in Champions permetterebbe anche a Gazidis di avviare quella rivoluzione commerciale che tutti si aspettano da quando è stato ingaggiato. Il dirigente rossonero sta lavorando intensamente in questi mesi assieme ai collaboratori Casper Stylsvig e James Murray, arrivati a febbraio per ricoprire gli incarichi di Chief Revenue Officer e Chief of Staff.
Contatti sono stati presi con più potenziali sponsor, pronti ad associare il proprio marchio a quello del Milan. Ma per i dettagli e le firme bisogna attendere l’esito della stagione. Infatti, la qualificazione Champions è importante per attirare partnership nuove e di conseguenza aumentare il fatturato. Gazidis è persona assolutamente competente e si sta già muovendo per la crescita della società. Difficile fare risultati economici senza avere il traino di quelli sportivi. Per questo tornare nella massima competizione UEFA per club favorirebbe il lavoro del management rossonero. La speranza in via Aldo Rossi è di raggiungere l’obiettivo per poter poi sviluppare al meglio il progetto.
Matteo Bellan