CALCIOMERCATO MILAN – Rivoluzione Milan. Senza l’ostacolo del fair play finanziario, probabilmente sarebbe questa la parola d’ordine per Elliott Management Corporation.
Non per disperazione o fallimento, sia chiaro. Anche perché a oggi – con il quarto posto alla portata e una potenziale finale di Coppa Italia – mai potremmo parlare in questi termini. Il ribaltone, piuttosto, avverrebbe per avviare concretamente il nuovo percorso dell’era statunitense. Del resto, data l’acquisizione della società in piena estate, la famiglia Singer non ha potuto fare altro che ereditare tutto: debiti, squadra e allenatore. Sì, anche Gennaro Gattuso. Meritevole comunque di una riconferma per un finale di stagione degno e per essere – inoltre – l’unica grande certezza a Milanello in un mare in piena tempesta. Per il resto, tempi minimi e margini di manovra scarsi sul piano economico: si è fatto ciò che si è potuto, ma di certo questa squadra resta figlia della gestione cinese e berlusconiana.
A fine stagione, con il ritorno in Champions League e – chissà – magari anche col primo titolo in bacheca della nuova era, il club potrà finalmente dare una propria impostazione all’organico rossonero. Rimodellarlo a sua immagine e somiglianza, come ha già fatto con la dirigenza: il ritorno di Leonardo per ridare forza al club in chiave mercato, la figura leggendaria di Paolo Maldini per ridare fiducia e credibilità al nuovo progetto (impresa non riuscita a Mirabelli e Fassone) e l’arrivo di un top player sul piano economico come Ivan Gazidis per la crescita del brand e del fatturato. Un segnale fortissimo, e che ha già dato ampi risultati in pochi mesi.
Ora tocca alla squadra. E nonostante tutti i paletti del caso, per quanto possibile, una mini rivoluzione potrebbe esserci davvero. Tutto rigorosamente studiato, ovviamente, tra entrate ed uscite. Non sarà un rinnovamento totale come probabilmente sarebbe avvenuto senza FPF, ma comunque si perseguirà la direzione del cambiamento.
Per quanto riguarda la porta, la grande certezza, oltre a quella tecnica, risponde al nome di Gianluigi Donnarumma: per Elliott, è chiaramente uno degli pilastri su cui rifondare un Milan che si proietta ai fasti di un tempo. Rinato e rinvigorito dopo problematiche post rinnovo, Gigio va verso un nuovo prolungamento ma questa volta senza tumulti e polemiche di contorno. Chi potrebbero salutare, invece, sono sia Pepe Reina che Antonio Donnarumma. Per il primo, nonostante l’importanza anche ai fini della spogliatoio, potrebbe pesare l’ingaggio da 3.5 milioni di euro: tanto, troppo, per una riserva. Donnarumma senior, invece, cerca continuità da un bel po’ e già a gennaio ha sfiorato l’addio direzione Olympiacos. Resta sullo sfondo il giovane Alessandro Plizzari: o ci sarà la promozione a terzo portiere con l’addio di uno dei due colleghi, oppure sarà girato in prestito per la prima vera esperienza lontano da Milanello.
In difesa le certezze assolute sono due: il capitano Alessio Romagnoli, ovviamente, e Davide Calabria. Probabile la conferma di Mateo Musacchio, certa quella di uno sfortunatissimo Mattia Caldara e quasi sicura anche quella di un altrettanto infelice Andrea Conti. Chi potrebbe salutare è Cristian Zapata, in scadenza di contratto e già tentato in inverno dal Fenerbahçe. Dubbio per Ignazio Abate: il suo ciclo milanista in realtà sarebbe finito, ma considerando l’estema professionalità mostrata anche quest’anno, alla fine potrebbe essere premiato. Nessun dubbio invece sulla permanenza di Ricardo Rodriguez, mentre ne ricadono diversi su Diego Laxalt e soprattutto su Ivan Strinic.
Il centrocampo sarà il reparto più rivoluzionato in assoluto, semplicemente perché, tra i tanti punti interrogativi, ci sono già tre addii certi: Riccardo Montolivo, Andrea Bertolacci e José Mauri. Tutti finora ai margini e in scadenza di contratto a giugno, liberando il Milan da una spesa totale di circa 10 milioni di euro. Poi si aggiungono tutti gli altri dubbi del caso: con Tiémoué Bakayoko priorità assoluta – ma confermato solo in caso di Champions League – cosa ne sarà di Lucas Biglia? L’argentino, con ingaggio da 3.5 milioni di euro, alla fine potrebbe restare solo se accetterà le condizioni societarie. Ossia ingaggio spalmato su altri due anni e ruolo da comprimario. E chissà cosa ne sarà di Frank Kessie: importante, sì, ma forse non propriamente fondamentale. E considerando le due bravate che l’hanno visto protagonista – la lite con Biglia e il caos post Milan-Lazio – e che un sacrificio sarà comunque inevitabile per Elliott, potrebbe essere lui il designato per dare ossigeno in vista della nuova stagione. E mentre non vi sono chiaramente dubbi su Lucas Paquetá e Giacomo Bonaventura, tanti invece ne ricadono su Hakan Calhanoglu: il turco, dopo un anno disastroso, anche si candida tra i diversi giocatori in uscita e immolati per finanziare il mercato in entrata.
In attacco, oltre alla mega certezza che risponde al nome di Krzysztof Piatek, l’altra sicurezza è Patrick Cutrone. Il talento di Como, nonostante un periodo di frustrazione e amarezza, non si muoverà dal Milan per nessun motivo al mondo. Nel frattempo salgono le quotazioni di un Fabio Borini, operaio onesto e in rampa di lancio in questo finale di stagione, mentre Suso è destinato a garantire un tesoretto prezioso al Milan e per Samuel Castillejo – ottima alternativa – potrebbero essere ascoltate eventuali offerte.
E Gattuso? Nulla è certo, anche in caso di quarto posto. Diverso, invece, se oltre al piazzamento europeo riuscisse ad alzare anche il suo primo titolo da allenatore: in quel caso, la certezza ci sarebbe eccome. Da lui dipenderà anche il calciomercato estivo, perché il tecnico, al di là dell’apprezzabile capacità camaleontica della sua squadra, deve optare per uno schema di riferimento su cui edificare il tutto: 4-3-3, 4-3-1-2, 4-2-1-3, 4-2-3-1, 4-4-2, 3-5-2, 3-4-1-2, 3-4-2-1 o cos’altro? Molto, se non tutto, girerà attorno alla vicenda Piatek-Cutrone. Per ora testa al campo: mancano 5 tappe al traguardo e il Diavolo conduce la corsa Champions, ha gli scontri diretti a favore e un calendario favorevole in questo rush finale. Ora, serve solo il colpo di grazia.
Pasquale Cacciola – Redazione MilanLive.it