In vista di Liverpool Legends-Milan Glorie di sabato, DAZN ha intervistato Pepe Reina e Gennaro Gattuso. Saranno entrambi in campo.
NEWS MILAN – Sabato sera si giocherà Liverpool–Milan leggends. Una sfida imperdibile, con una marea di campioni in campo. Ci saranno anche molti esponenti dell’attuale squadra rossonera: Paolo Maldini sarà il capitano e giocherà anche Gennaro Gattuso. Dall’altra parte, invece, convocato Pepe Reina.
La sfida andrà in onda su ‘DAZN‘ (Per chi non si è ancora iscritto, ricordiamo che lo streaming è gratis per un mese intero). La redazione della piattaforma, per l’occasione, ha fatto una doppia intervista a due dei protagonisti della sfida, cioè Gattuso e Reina, esponenti delle due squadre. Un botta e risposta a tratti divertente e a tratti serio, soprattutto quando si è parlato di quella maledetta notte di Istanbul. Ecco alcune delle risposte più interessante date dai due alle domande.
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Su cos’è il Liverpool per il portiere: “Mi sono sentito a casa“. E su cos’è il Milan per Rino: “Il Milan è stato un sogno, la squadra che ho sempre sognato da bambino. Quando vinse con la Steaua Bucarest papà mi portò alla sfilata. E il sogno era di vincere quella coppa con la maglia rossonera“.
I compagni più vanitosi avuti in carriera: “Riera“, risponde Reina. Più lunga la lista di Gattuso: “Borriello, Beckham, Redondo ogni giorno veniva con vestiti diversi“. Sul calciatore più forte con cui ha giocato, il tecnico rossonero non ha saputo decidere: “Ho avuto la fortuna di giocare con quarto o cinque palloni d’oro“. Su chi faceva più casino nello spogliatoio: “Bellamy era bello ignorante“, ha detto Reina. Mentre Rino: “Dopo di me, Kaladze. Mi appoggiava sempre. Il giorno dopo del mio compleanno faceva la conta del mio prossimo compleanno“.
Sulle cose più assurde fatte per scommesse perse. Reina: “Acquistare un cavallo“. Gattuso: “Prima della semifinale di Manchester, mangiai una lumaca a Milanello. Tutti scioccati“. Si arriva poi alla finale di Istanbul: “Ero già giocatore del Liverpool, ho vissuto intensamente quella partita“, ricorda Reina. Invece all’allenatore del Milan viene chiesto chi riuscì a trattenerlo: “Galliani, siamo stati otto-nove ore chiuso nelle sala trofei. La segretaria veniva a portarmi caffè e tramezzini. Non accettavo quella sconfitta“.
Poi la vendetta di Atene due anni dopo. Reina era in porta quella volta: “Il destino voleva che si rigiocasse. Il Liverpool giocò meglio, ma perse“. Gattuso ricorda l’incubo: “Prendemmo gol a tre o quattro minuti dalla fine, il pensiero andò subito a due anni prima. Non rimpiango nulla di quella partita. Il calcio giocato non mi manca niente“. Rino ci aggiorna poi sulla sua condizione fisica in vista del match di sabato: “Si sto correndo, ho sette/otto km sul tapirulan… Nel sottopassaggio di Anfield qualcosa scatterà“.
Il tecnico rossonero si ritroverà di fronte Dudek, il portiere dei miracoli del Liverpool a Istanbul: “I suoi movimenti sulla linea di porta ai rigori, la parata su Shevchenko al 120′ ancora me li sogno la notte. Un incubo per tanti anni e ogni tanto riappare“. Ai due viene chiesto di cantare il coro delle rispettive squadre. A Gattuso gli viene chiesto se prima poi lo farà a San Siro come Carlo Ancelotti: “Spero il prima possibile. Ma per come sono fatto, difficilmente mi metterei a cantare a San Siro. Carlo era unico anche per questo. Da calciatore ho fatto di peggio, quindi mai dire mai“.
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Redazione MilanLive.it