“Io non butto a mare i miei giocatori”, così parlava Gennaro Gattuso nei giorni scorsi. Il riferimento era in particolare ad Hakan Calhanoglu, le cui prestazioni da inizio stagione erano state al di sotto delle aspettative.
Ne ha passate tante il turco in questi mesi nella sua vita privata, e troppo spesso certe problematiche si ripercuotevano sul campo. San Siro non sempre era stato gentile con lui, così come i media non risparmiavano critiche feroci. Spesso è stato messo nella lista dei partenti, e a gennaio si parlava di un suo possibile ritorno in Bundesliga. Chi ha sempre creduto in lui è stato Gattuso, che in allenamento era colpito dalle capacità balistiche di Hakan e dalle sue doti tecniche: in campo però sbagliava spesso passaggi banali e non prendeva nemmeno la porta sui tiri dalla distanza.
Contro il Cagliari nel 3-0 della settimana scorsa aveva cambiato passo, andando vicinissimo al gol in almeno tre occasioni. Il pibbpubb aveva cominciato a mugugnare, ma i compagni lo hanno pubblicamente sostenuto, abbracciandolo in occasione del terzo gol ai sardi, poi messo a segno da Piatek al termine dell’azione nella quale aveva provato invano il tiro in porta. La svolta però è arrivata sabato scorso, in Atalanta-Milan. Calhanoglu è tornato al gol (il primo in campionato, e il secondo stagionale dopo quello segnato contro il Dudelange in Europa League), mostrando finalmente a tutti le sue doti balistiche: un destro dalla distanza secco e preciso all’angolino basso dal vertice dell’area di rigore, che ha portato il Milan in vantaggio e fissato il punteggio sul parziale di 1-2. L’abbraccio con Gattuso poco dopo è stata probabilmente l’immagine più bella della partita. Suo anche l’assist per il definitivo 1-3 su cross da calcio d’angolo, sul quale il compagno polacco di cui conosciamo nome ed esultanza, è stato implacabile nello stacco aereo.
Non sarebbe nemmeno troppo onesto parlare di Calhanoglu ripreso solo perché ha segnato un gol. Certamente la rete, peraltro decisivo, gli darà fiducia e morale, ma la sua prestazione è stata di alto livello anche in fase difensiva. Ripiegava sempre sui quinti dell’Atalanta, andando spesso in soccorso del compagno di fascia Rodriguez e salvando almeno due occasioni importanti con una lunga diagonale alle spalle di tutta la difesa. Per non parlare della qualità che, insieme a Paquetà, riuscivano a fare alla manovra milanista. Proprio l’arrivo del brasiliano ha aiutato il turco, che finalmente può dialogare con un compagno che parla la sua stessa lingua calcistica. Speriamo che Hakan da qui in poi possa trovare ulteriore tranquillità e regalare altre prestazioni d’alto livello e soprattutto gol fondamentali per ottenere a fine stagione l’obiettivo Champions League.
Giacomo Giuffrida – Redazione MilanLive.it