MILAN NEWS – Con calma ed equilibrio, così ieri il Milan ha accolto la sentenza UEFA. Pure perché, assicura La Gazzetta dello Sport oggi in edicola, in fondo non mancano i lati positivi in questa vicenda. E anche per questo un nuovo ricorso al TAS è al momento davvero poco probabile.
La prima buona notizia è una multa sicuramente consistente ma non tremenda. Anche sulla lista Uefa poi non è andata male, perché la restrizione è solo numerica e non economica e quindi non riguarderà i futuri acquisti. Sul «rientro obbligatorio» del bilancio in tre anni invece, bisogna riflettere su due aspetti. Il primo: se il triennio termina nel 2021, significa che il bilancio 2017-18 non entrerà nel conto. Parliamo di un rosso pesantissimo: -126 milioni, che nei calcoli della Uefa (depurati dalle spese «virtuose») diventano un centinaio. Il secondo: non essendo stati imposti paletti e step intermedi per mezzo di un settlement Agreement, Elliott Management Corporation di fatto incassa dalla Uefa un pieno di fiducia. Messaggio chiaro: il Milan resta padrone del proprio destino, uno scenario impensabile con la gestione cinese di Li Yonghong.
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La cattiva notizia invece – evidenzia il quotidiano – è che in realtà una zavorra sul calciomercato in fondo c’è. Il club, infatti, attualmente brucia cassa per 70-80 milioni l’anno e quindi chiuderà in forte passivo il primo dei tre anni sotto la lente d’ingrandimento Uefa. Niente spese pazze, dunque, a meno di pesanti cessioni invernale che pregiudicherebbero poi la rincorsa al quarto posto. Infine, non va ignorato l’aspetto sul piano politico-giuridico: la UEFA ha di fatto riproposto la sanzione di giugno dando solo del tempo aggiuntivo per evitarla. E scottata dal Tas nell’ultima estate, ha ribadito che queste decisioni spettano a lei. Compresa quella sul bilancio 2017-18, ‘anno franco’ che dovrà essere in qualche modo sanzionato e che accadrà verosimilmente in primavera.
Redazione MilanLive.it