MILAN NEWS – Gennaro Gattuso eterna bandiera del Milan, da giocatore ad allenatore. Una meravigliosa storia d’amore scelta dal destino, perché nata proprio grazie a un altro rossonero campione d’Italia nel 79. Parliamo di Ruben Buriani, ex centrocampista divenuto poi un brillante dirigente, che ha raccontato l’approdo di Rino al Diavolo ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.
Correva la stagione 98/99. Un giovanissimo Gattuso avviava l’ascesa in Campania: “Ero il d.s. della Salernitana e avevamo questo ragazzo che vedevo crescere più degli altri. Rino. Non per le qualità tecniche, ma per quelle morali e fisiche: mi sembrava sottovalutato. Ne parlai con Ariedo Braida. Ai tempi il Milan aveva un centrocampo mostruoso dal punto di vista tecnico, ma sotto l’aspetto agonistico poteva essere deficitaria. Braida mandò degli osservatori: ad alcuni piaceva, ad altri no. Alla fine lo presero”. Prima, però, si aprì un bivio: “Una domenica mattina, giochiamo a Cagliari, Rino mi chiama in camera e mi dice che lo ha chiamato Moggi. Gli rispondo che abbiamo una mezza parola con il Milan, stanno valutando. Per questo chiamiamo “in diretta” Braida che ci passa Galliani: ti abbiamo dato la parola, gli dice, tu sei un giocatore del Milan. E il resto, come si dice, è storia”.
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Un professionista eccezionale che ha superato i limiti tecnici con la smisurata personalità e la grande caparbietà. Ora, da allenatore, fa dell’umiltà e del lavoro le colonne portanti del suo lavoro: “Calcisticamente sembrava inferiore agli altri. Ma aveva una tempra incredibile, serviva pazienza. E infatti… Presto è diventato indispensabile. E quello che aveva dentro da giocatore lo ha anche adesso da allenatore. Ha studiato, si è modernizzato, ha lavorato. È retrocesso con il Pisa e si è rituffato sulla Primavera, con il Milan, segno che voleva far strada e mettersi in discussione, capire i propri errori e correggerli”.
Quando gli si chiede se è un allenatore del Milan, il suo scopritore non ha dubbi: “Sì, anche se i grandi allenatori li fanno i grandi giocatori. Ma Rino è nato lì, conosce il mondo Milan meglio di chiunque altro fosse arrivato dopo Montella. Ha un grande rapporto con il pubblico e con la società, non ha troppi grilli per la testa. È un ragazzo pulito, che purtroppo nel mondo del calcio non sempre è considerato un pregio”.
Redazione MilanLive.it