NEWS MILAN – La carriera calcistica di Ricardo Kakà è legata soprattutto all’esperienza in maglia rossonera. Tra il 2003 e il 2009 è stato uno dei giocatori più forti al mondo. Ha vinto anche diversi trofei e ha conquistato il cuore dei tifosi.
La cessione al Real Madrid provocò molto dolore, poi nel 2013 il ritorno al Milan per una stagione. Tanto entusiasmo, anche se ormai non era lo stesso Ricky della prima avventura milanista. In seguito il brasiliano ha proseguito la propria carriera tra San Paolo e Orlando City, ritirandosi alla fine del 2017. Marco Fassone, allora amministratore delegato rossonero, avviò dei contatti per riportarlo a Milano in veste dirigenziale. Ma non arrivò alcun accordo.
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News Milan, Kakà futuro dirigente rossonero
Più recentemente anche Leonardo e Paolo Maldini hanno parlato con Kakà, il quale per adesso vuole continuare a vivere in Brasile vicino ai propri figli. Tuttavia, l’ormai ex giocatore non esclude affatto di poter tornare. Nell’intervista concessa a MedioTiempo ha dichiarato: «Il mio rapporto con il Milan è molto stretto, siamo sempre molto vicini. Come tornerò non lo so, ma penso che un giorno la mia storia con il Milan ritornerà».
Attualmente Ricky è felice della vita che conduce. E infatti ha spiegato: «Devo dire che è molto buona, che sto facendo un sacco di cose che non ho potuto fare quando giocavo, molti viaggi con i miei figli e facendo lavori, ma ad una velocità più bassa e meno intensa. Adoro il calcio e giro sempre attorno ad esso. Se tornassi, sto ancora pensando a come sarebbe e in quali condizioni».
La pausa dal mondo del calcio si sta rivelando positiva per Kakà. A volte ha comunque incontri che hanno a che fare con questo sport, però ora è molto diverso. La vita da calciatore o da dirigente è decisamente diversa. L’ex fantasista brasiliano ha anche rivelato che avrebbe potuto giocare in Messico dopo l’esperienza in MLS: «Quando il contratto con l’Orlando City si è concluso, è arrivata l’opportunità del Messico. Ma dovevo prima decidere se continuare a giocare o meno. Quando ho deciso che non avrei più giocato li ho chiamati per ringraziare».
Matteo Bellan