NEWS MILAN – Massimiliano Mirabelli è tornato a parlare di Milan. L’ex direttore sportivo rossonero, ospite negli studi di Sportitalia, ha avuto modo di toccare tanti argomenti in merito alla sua esperienza milanista.
L’ex dirigente del Diavolo apre la sua intervista parlando di Vincenzo Montella, definito da molti il suo più grande errore: “Arrivammo il 16 di aprile, giocammo il derby. Aveva fatto un buon lavoro e secondo noi meritava la chance di guidare ancora la squadra. Poi è facile dire “è stato un errore” a posteriori… Non l’abbiamo scelto noi? Era lì e aveva fatto bene, meritava di rimanere. Ci abbiamo pensato tanto, per come sono andate le cose… Conte? Chi fa questo lavoro deve avere ben presente il mercato, abbiamo parlato anche con lui, si è chiacchierato. Prima della trattativa se ne parla, poi non se n’è fatto più niente“.
Su Marco Fassone e la sua lunga gavetta: “Devo dire grazie a lui come con chiunque ho lavorato, come Piero Ausilio. La gavetta non è un fatto negativo. Etichette negative? Ho vinto campionati dal dilettantismo fino ai campionati professionistici, voi della stampa date etichette. Prima di andare all’Università uno fa la scuola“.
Impossibile non parlare di Leonardo Bonucci, il grande colpo del suo mercato: “Ricordo quando ripartì la Juventus ebbe bisogno di più mercati. Io ne ho avuto solo uno… Bonucci non può rappresentare un flop, lo difendo. Oggi per riconquistare i tifosi della Juventus alcune dichiarazioni sono di comodo. Era convinto di venire. Fin quando sono stato al Milan lui era lì, poi non so cosa sia successo. La Juventus e Bonucci non si trovavano bene, c’era questa possibilità e il Milan l’ha colta. La fascia? E’ stato un errore perché c’erano altri prima di lui, non per la sua persona“.
Su André Silva: “Sarà fra i tre giocatori che porteranno una plusvalenza importante al Milan. L’ho pagato 38 milioni. La squadra andava ricostruito con alcuni rischi, andava ringiovanito. Lo scorso anno eravamo la terza o quarta squadra più forti. C’erano giocatori importanti che dovevano crescere, poi la maglia del Milan è pesante, San Siro è uno stadio importante, non è facile indossare i panni rossoneri. Però secondo me i ragazzi possono dare una basta importantissima. Dispiace per André Silva, oggi è capocannoniere o vice capocannoniere in Liga, avrà un futuro importante. Il mercato è cambiato, ci sono valutazioni alte. Per diventare grandi bisogna investire su questi giocatori che possono diventare importanti con gli anni“. Sull’operazione Bonucci–Higuaìn: “Fin quando c’ero io se ne stava iniziando a parlare, c’era pure il discorso Caldara. Però noi dovevamo avere una contropartita importante di soldi, poi non so come sia andata“.
Rivelazioni scottanti su Pierre–Emerick Aubameyang: “Ci siamo incontrati più volte, era il mio unico obiettivo, anche se il Dortmund chiedeva tanto. Nel frattempo c’era da ascoltare anche l’allenatore (Montella, ndr), che ha sempre dichiarato di gradire Kalinic. Lavoravo per Aubameyang, anche se era una trattativa difficile… Noi trattavamo quattro attaccanti, cioè Immobile, Higuaìn, Benzema e Morata. Milan mio? Certo, ci sono calciatori acquistati e rinnovi“.
Sui soldi di Yonghong Li: “Con tutte le problematiche successive, la proprietà ha pagato tutto quello che doveva pagare. I soldi non sono mancati“. Mirabelli racconta il rinnovo di Gianluigi Donnarumma: “Non c’è odio e guerra. Ognuno cercava di tutelare il proprio interesse. Mino col Milan ha fatto tante cose, magari aveva un approccio diverso, era abituato in maniera diversa. Donnarumma ce lo davano già per perso, con il vecchio Milan non aveva rinnovato perché Mino sapeva di poter chiedere di più con noi… chiedeva 30-40 milioni di commissioni per rinnovare il contratto di Gigio. E’ stata un’estate calda, poi alla fine è arrivato il rinnovo senza spendere un euro di commissioni. Se sono volate parole grosse? I toni a volte sono stati abbastanza accesi, anche a Montecarlo, in casa sua. Oggi il parametro zero non esiste più“.
L’ex direttore sportivo del Milan non riprenderebbe Zlatan Ibrahimovic: “Non lo prenderei. Lo aveva offerto anche a noi. Ma scaldare il cuore dei tifosi. Io dissi di no perché il Milan ha necessità di mettere elementi per costruire, per iniziare un nuovo ciclo. E con Ibrahimovic, per l’anagrafe, non lo puoi fare“. Sull’intuizione Gennaro Gattuso: “Sono stato orgoglioso di aver fatto questa scelta per professionalità e l’amore per il Milan di Rino. Quando mi sono incontrato con la proprietà per parlare del cambio di allenatore, la proprietà cinese non voleva Gattuso perché pensava di dare un’immagine di ridimensionamento. Mi dissero che avrei potuto prendere chiunque, c’erano tre o quattro nomi, ma io dissi che Gattuso era l’allenatore del futuro. Ha fatto tante esperienze positive, tanti campioni vogliono direttamente iniziare dall’Università. Invece Rino è partito dall’asilo. Adesso è già laureato“.
Sull’acquisto di Pepe Reina: “Quando l’abbiamo preso, noi eravamo un po’ sotto assedio di Raiola per quanto riguarda Gigio. La situazione era imbarazzante. Abbiamo tutelato il club. Reina è un valore aggiunto ed era una possibilità di sostituire Gigio. Appena preso, c’erano tre richieste per Pepe“. Cesc Fabregas possibile acquisto del Milan a gennaio: “Non so se lo prende, ma è un grande giocatore“. Se avesse acquistato Lucas Paquetà: “Lo conosco, ha un buon talento. Ma non avrei fatto un grande investimento”. “Conti è un ragazzo straordinario e un giocatore importante. Dal prossimo mercato avrà un grande rinforzo, anche se lì ci sono Calabria e Abate. Conti però interpreta il ruolo in maniera diversa, è unico“.
Sulle prestazioni di Hakan Calhanoglu e Ricardo Rodriguez: “Rodriguez non ti prende l’occhio, ma è uno dei migliori per l’interpretazione del ruolo e per come gioca Gattuso. Spesso gli danno voti bassi quando per me è da otto. Non è bello a vedersi, però è essenziale. Calhanoglu è un grandissimo talento che al Milan ha fatto vedere solo il 40%. Milan in Champions? Secondo me sì”.
Infine la clamorosa rivelazione su Cristiano Ronaldo: “Era un’operazione che ci era venuta in mente. L’avevamo sotto traccia, era nata grazie ai buoni rapporti con Mendes. Sapevamo che Cristiano poteva avere problemi a Madrid e ci sono fatti chiacchierate. Avevamo fatto tutto, poi la proprietà ci ha bloccato. Yonghong Li voleva farlo, poi noi ci bloccammo perché volevamo capire se era possibile o no…”
Redazione MilanLive.it