MILAN NEWS – Si interrompe la grande volata del Milan. Dopo tre vittorie consecutive, i rossoneri tornano ad assaporare la sconfitta e scivolano fuori dalla zona Champions. Troppo forte lo strapotere bianconero, soprattutto con una squadra ridotto all’osso tra assenze e acciacchi vari.
Come analizza La Gazzetta dello Sport di oggi, alla fine il Diavolo non poteva fare di più. In svantaggio quasi subito, ha provato a rincorrere dignitosamente ma di fatto non ha creato un pericolo. Quando poi ha avuto un match point a disposizione, Gonzalo Higuain l’ha sprecato clamorosamente. Eppure si è vista una squadra coraggiosa, molto più decisa e con la voglia di imporsi rispetto al tremolio del derby. Ma dopo 8 minuti la gara è già indirizzata con Mario Mandzukic che scavalca Ricardo Rodriguez e buca Gianluigi Donnarumma. La chiave della partita è poi il trio composto da Rodrigo Bentancur, Miralem Pjanic e Blaise Matuidi: insieme, hanno di fatto ingabbiato da subito la mediana rossonera carente nella costruzione del gioco senza Lucas Biglia e Giacomo Bonaventura. Sulle corsie esterne, Suso e Hakan Calhanoglu erano poi più preoccupati ad arginare João Cancelo e Alex Sandro che ad arrivare sul fondo. Il Pipita, anche prigioniero della rocciosa retroguardia juventina, alla fine è esploso in una crisi di nervi.
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Così ne è venuta fuori una Juventus in assoluto controllo, tanto che Cristiano Ronaldo e Dybala possono permettersi di trotterellare ai margini. Rino ci ha provato in tutti i modi: 4-4-2, 4-5-1, di nuovo 4-4-2 e poi 4-3-3- con gli inserimento di Patrick Cutrone, Diego Laxalt e Fabio Borini. La Vecchia Signora contiene, controlla e nel frattempo il fenomeno portoghese prende le misure di un avversario che inizia ad allungarsi nello sforzo di rincorrere con un paio di ripartenze. Ne nasce così il 2-0 finale, con l’ex Real Madrid che spazza via le ultimissime speranze a 10 minuti dalla fine. Resta l’amarezza del rigore sprecato, perché soprattutto contro una squadra così tali chance vanno centrate. E un coraggioso Kessié era pronto a provarci, prima che l’orgoglio dell’ex di turno esplodesse e sradicasse il pallone al roccioso centrocampista ivoriano. Il copione poi si ripete: tiro dagli 11 metri sbagliato, come con la sua Argentina e non solo.
Redazione MilanLive.it