MILAN NEWS – Da un passivo di -76 al buco odierno di 120 milioni di euro. Un anno dopo, il Milan paga ancora le conseguenze della disastrosa gestione cinese. Nonostante Elliot Management Corporation abbia già risolto, ci sarà da fare ulteriormente i conti con l’Uefa.
L’edizione odierna del Corriere della Sera ricostruisce i passaggi che hanno portato a tale situazione. In particolare, le perdite della vecchia proprietà sono da imputare soprattutto alla campagna acquisti dispendiosa chiusa il 30 giugno 2017. Quindi l’aumento degli ingaggi, le commissioni agli agenti, gli ammortamenti, i rinnovi contrattuali, gli interessi passivi sul debito e aumento generale dei costi pari al +22,7% con i 354 milioni totali. Nel frattempo, i ricavi erano cresciuti arrivando a 256 milioni rispetto ai 212 ma considerati comunque bassi da Elliott. Soprattutto quelli commerciali che rispondono alla modesta voce di 62,5 milioni.
Meno immediato – si legge – è comprendere come si sia formato il peggioramento dei conti di 46 milioni da luglio a oggi. Due estati fa gli ammortamenti erano di 88 milioni, oggi corrispondono a 110 milioni. Probabilmente, tra le altre cose, hanno pesato anche le operazioni di Nikola Kalinic e Carlos Bacca che hanno portato minusvalenze. Altri 17 milioni sono accantonamenti, cifra stanziata per tutelarsi rispetto a una futura e probabile sanzione Uefa. Poi ci sono stati i costi per ristrutturazione del personale e dell’organico; tra nuove entrate, contenziosi con chi è stato licenziato, esoneri e le buone uscite dei giocatori. Infine, gli oneri finanziari sono così passati da 17,7 milioni agli attuali 22,3.
Redazione MilanLive.it