CALCIOMERCATO MILAN – Il Milan ha già messo a segno il primo colpo in vista di gennaio. I rossoneri hanno chiuso, a sorpresa, per l’arrivo di Lucas Paquetá, uno dei talenti più interessanti del calcio brasiliano.
Il Flamengo ha accettato una proposta da 35 milioni più bonus. Decisivo chiaramente Leonardo, che ha condotto un’operazione che non si vedeva da tempo. Sotto traccia, bruciando la concorrenza (fortissima) di Barcellona e Paris Saint-Germain. Per conoscere meglio il calciatore, MilanLive.it ha contattato il giornalista Stefano Borghi, grande conoscitore del calcio brasiliano.
Su Paquetá ci sono dubbi per quanto riguarda il ruolo. Con il Flamengo ha giocato ovunque, spiega Borghi: “Soprattutto l’anno scorso, nel 2017, l’anno in cui ha debuttato ed è stato proposto con continuità, faceva più ruoli. Però secondo me prima di tutto è un trequartista centrale: nel Flamengo giocava in quel ruolo in un 4-2-3-1″. Nessun dubbio invece sulle qualità del ragazzo: “E’ un giocatore che a me piace moltissimo, perché ha una tecnica strabiliante, un mancino di grandissimo valore. Tra l’altro è cresciuto fisicamente, ha degli strappi e sa essere completo. E’ uno che ha anche un numero significativo di gol. Nell’ultima partita di campionato contro il Corinthians, una gara importante vinta 3-0, ha fatto due gol da calcio d’angolo, uno di testa e un altro in mischia. Quindi non è solo un tecnico che fa gioco, è uno formato anche per il calcio moderno. Penso sia un talento davvero molto interessante“.
In questo Milan però il trequartista non c’è. Paquetá potrebbe quindi trasformarsi in una mezzala o esterno offensivo: “Sì, può essere lavorato, perché è giovane e arriverà per la prima volta in Europa. Poi ripeto, nel suo primo anno ha giocato addirittura falso nove. Sicuramente quello della prima punta non è un ruolo che può dargli prospettive, perché non è uno da spalle alla porta. Magari può fare la mezzala o l’esterno. E’ sicuramente un materiale plasmabile, però la sua posizione principale è quella da trequartista“.
Molti lo hanno subito paragonato a Ricardo Kakà. Ma Borghi non ci sta: “Per me è un azzardo quello che si fa sempre, cioè: è un talento e non va paragonato a qualcun altro. Non ha senso, può fare solo il male di questo ragazzo. Ogni giocatore è diverso da un altro: bisogna guardare le partite, guardare i giocatori e presentarne le caratteristiche. Poi è chiaro: le zone del campo possono essere quelle, magari anche somiglianze a livello morfologico. Però se Paquetà dovesse arrivare con l’etichetta del nuovo Kakà, si farebbe solo il male di questo ragazzo e si farebbe anche un cattivo servizio“.
Un trequartista con importante qualità tecniche insomma. Ma il nuovo acquisto rossonero fa anche gol: “Nell’attuale campionato brasiliano ha fatto nove gol. Non direi che è un giocatore che non vede la porta. Fra tutte le competizioni, a 21 anni, ha già segnato una ventina di gol con il Flamengo, per cui la porta la vede eccome. E’ anche un realizzatore, porta gol alla squadra, non solo assist o grandi giocate“.
Paquetà andrà ad arricchire e ad elevare il tasso tecnico della rosa, oggi guidata da un Gonzalo Higuaìn in grande spolvero: “E’ uno degli attaccanti più forti del mondo. Io credo che prendendo Higuaìn il Milan abbia acquisito almeno una quindicina di punti in classifica. Perché è un trascinatore, è uno che gioca dentro e fuori l’area di rigore, innalza il livello della squadra. Ma non l’abbiamo scoperto nell’ultimo mese. E’ un valore assoluto, grandissimo“.
L’attaccante è già una colonna del Milan, come lo è anche Lucas Biglia, che però secondo Borghi può fare ancora meglio: “Secondo me al Milan non ha trovato il miglior rendimento della sua carriera. Arrivò per essere un calciatore centrale e determinante, forse alcune sue difficoltà sono coincise con le difficoltà generali della squadra l’anno scorso. Però è un elemento di assicuro affidamento, anche nello spogliatoio. Certi, vedi uno come Biglia, con la sua storia e le sue potenzialità, e pensi che potrebbe fare di più. Però ripeto, è un elemento fondamentale“.
L’ambiente Milan è rimasto sorpreso per le partite di Musacchio, l’altro argentino colonna del Diavolo. Non Borghi: “E’ l’esatto contrario. Mi ha sorpreso l’anno scorso. Io lo conosco bene, fin dalle tempi delle giovanili del River Plate. Vederlo la stagione scorsa che faceva fatica ad essere il difensore di grande affidabilità che è mi dava stranezza. Invece quest’anno è il vero Musacchio. A me è sempre piaciuto molto, ha avuto infortuni pesanti in carriera che lo hanno limitato, ma ha sempre dimostrato di avere tutte le caratteristiche del difensore gladiatorio. Per cui mi sorprende tutto, tranne vedere Musacchio esprimersi a livelli molto soddisfacenti“.
Ma in difesa la squadra rossonera deve migliorare: “Credo che ci siano un po’ di condizioni. Il Milan poteva prendere dei gol in meno, sì. Sono stati fatti tanti errori individuali, penso al rigore subito ad Empoli, o anche il gol del Chievo di domenica. Sono aspetti da risolvere”. Però rispetto all’anno scorso c’è grande differenza: “Sicuramente, nella prima parte di stagione, c’erano delle difficoltà dovute anche al modo di giocare e forse anche al modo di preparare le partite. Quest’anno mi sembra che le cose siano diverse. Bisogna limare questi errori, però lo scenario è differente“.
Altro sudamericano, altra storia. Stavolta parliamo di Diego Laxalt, acquisto dal Milan negli ultimi giorni dello scorso mercato: “Io credo che una squadra che vuole essere una grande squadra deve puntare sulla qualità, in tutte le zone del campo. Quindi avere una coppia di terzini sinistri Rodriguez-Laxalt vuol dire avere una coppia di grande qualità. E secondo me, per arrivare a massimi traguardi, questo è fondamentale. A me Laxalt piace molto, per attitudine e valori. Penso sia un ottimo acquisto. Lo vedo più come terzino che in posizione più avanzata, anche se può andare a giocare da mezzala se dovesse essercene bisogno. Per cui la vedo un’operazione sicuramente positiva“.
A proposito di nuovi acquisti. Dalla Spagna, più precisamente dal Villarreal, è arrivato Samu Castillejo. Che per Borghi non è solo un semplice vice-Suso: “Sicuramente la sua caratteristica primaria è quella di essere un esterno destro di piede mancino, per cui in questo senso è come Suso. Però non è solo quello, è plasmabile. Può giocare trequartista, può giocare da mezzala. E io ho sempre pensato vedendolo che una sua evoluzione in una squadra di vertice possa essere proprio da mezzala con il piede invertito. Come Di Maria nel Real Madrid di Ancelotti? Sì, anche se l’argentino giocava a sinistra, ma il tipo di lettura è lo stesso: un esterno che viene portato sull’intermedio per aumentare il tasso tecnico della squadra. Non dico che Castillejo deve giocare lì o che lo farà, però è un elemento che, come si è dimostrato in questo avvio di stagione, fornisce possibilità di essere interpretato diversamente. Ed è un altro giocatore di alta qualità, quindi è un altro acquisto non può che fare bene alla squadra e al valore globale della rosa. Il calcio italiano è diverso da quello spagnolo, quindi deve adattarsi. Per fare un ulteriore passo avanti deve irrobustirsi in qualche modo, non tanto dal punto di vista fisico, ma nel modo di giocare e diventare agonisticamente più cattivo. Però è giovane, è normale che deve migliorare. Ma il materiale di partenza è di qualità. Falso nove? Non è il suo ruolo primario e non credo che gattuso lavori per farlo diventare un falso nove, si è trovato nelle condizioni di farlo per forza. Aveva fuori tutti gli attaccanti, quindi ha visto in lui quello più adatto a tappare questa emergenza. Ma questo dimostra che è un calciatore interpretabile in tanti modi. Però non credo proprio che Gattuso lo voglia far diventare un centravanti. E’ stata una buona idea per risolvere una situazione di emergenza“.
Infine il commento del giornalista sulle possibilità del Milan di arrivare in Champions League: “L’obiettivo è quello e può arrivarci. La lotta sarà dura perché, tolta la Juventus che sicuramente arriverà nei primi quattro posti, ci sono cinque squadre che hanno le carte in regola per poterci arrivare. Bisognerà arrivare davanti alle concorrenti. Io credo che Roma, Napoli, Milan, Inter e Lazio, in ordine sparso, giocheranno per entrare in Champions League. Penso sarà una battaglia frizzante, molto bella da seguire”. “Il suo lavoro è positivo. Secondo me è stato criticato anche in modo eccessivo. Sta facendo un buon lavoro. Poi ovviamente il giudizio lo daremo a fine stagione. Ripeto, per il mercato fatto e per come si presenta il Milan, è una squadra che vuole arrivare nelle prime quattro. Se dovesse riuscirci sarebbe un grande risultato, altrimenti sarà un po’ un problema. Però questo lo vedremo alla fine. Da gennaio con Paquetà in più? Ripeto la mia visione del calcio: se una squadra vuole diventare o rimanere grande squadra, ha bisogno di qualità. Servono giocatori di qualità dappertutto. E Paquetà è un giocatore di grande qualità“.
Pasquale La Ragione – Redazione MilanLive.it