MILAN NEWS – Un altro pezzo del Milan degli ultimi storici e vincenti anni lascia la società. Daniele Tognaccini ha scelto di non rinnovare il contratto e di dire addio al club.
L’uomo designato anni fa per costruire e portare avanti il progetto di Milan Lab ha raccontato la sua lunga esperienza rossonera al Corriere della Sera, spiegando in primis i motivi del suo ormai deciso saluto definitivo: “Sono stati 20 anni formativi, avendo frequentato persone da cui ho imparato molto; meravigliosi per le vittorie conquistate da protagonista; impegnativi perché ho tolto tempo alla mia famiglia: era giunto il momento di dire basta. Perchè non ho rinnovato il contratto? Non certo perché la società precedente non credeva in Milan Lab. Anzi, la proprietà cinese aveva sviluppato piani di business per esportare la metodologia in Oriente“.
Tognaccini ha poi raccontato come nacque l’idea di sviluppare questo progetto accostando sport e medicina innovativa: “Il progetto Milan Lab partì su input di Adriano Galliani. L’obiettivo era creare una piattaforma di dati per fornire delle spiegazioni: come erano arrivati i trofei? Con quali allenamenti? Come si potevano prevenire gli infortuni, il cui numero incide sul bilancio? Fummo i primi nel mondo a introdurre una raccolta dati di tre aree, strutturale, biochimica e mentale. Creammo a costo zero un sistema di supporto da mettere a disposizione dei dipartimenti tecnici, medici e atletici. In vent’anni abbiamo raccolto 2 milioni di dati tanto che Microsoft, nostro partner, ha dichiarato che Milan Lab rappresenta il database più importante al mondo a livello sportivo”.
Un resoconto poi sui tanti allenatori che si sono alternati sulla panchina rossonera: “Gli anni d’oro sono stati quelli di Ancelotti. Abbiamo disputato tre finali di Champions, abbiamo avuto due Palloni d’oro, abbiamo consentito ad atleti come Maldini, Costacurta, Inzaghi di chiudere la carriera a ridosso dei 40 anni. Il tecnico più diffidente? Gli ultimi arrivati, Montella e Mihajlovic, non avevano mostrato molta curiosità. Al contrario di Maurizio Sarri, un vero maniaco di numeri. È mio grande amico, abitiamo a pochi km di distanza. Ogni volta che ci incontriamo mi chiede, si vuole informare. Lui è innamorato dei dati. Mi ha anche chiesto di seguirlo al Chelsea, ma ora intendo rallentare i ritmi lavorativi. Ho un progetto nel campo del turismo e un altro con una società di calcio americana”.
Infine alcune parole importanti Tognaccini le riserva al caso Alexandre Pato, divenuto negli ultimi anni milanisti una sorta di ‘fantasma’ per via dei tanti infortuni: “Non penso che Milan Lab abbia commesso errori. Era come se noi, con i nostri dati, mettessimo a disposizione dei medici un navigatore per seguire la strada. Poi se si preferisce imboccare un’altra via non è colpa del navigatore”.
Keivan Karimi – Redazione MilanLive.it