NEWS MILAN – Oggi il quotidiano La Repubblica torna ad occuparsi della sentenza della Camera Giudicante dell’UEFA che ha sancito l’esclusione della squadra rossonera dall’Europa per una stagione. Un verdetto per il quale il club ha deciso di fare ricorso al TAS di Losanna.
Il noto giornale rivela alcune motivazioni che hanno spinto l’Adjudicatory Chamber a prendere quella decisione. Sarebbero mancate le garanzie economiche. Nelle carte visionate è emerso che «manca la certezza che il proprietario sia in grado di versare i 165 milioni che servono per sostenere il piano industriale». Si tratta del piano presentato da Marco Fassone con il ritorno del Milan ai vertici in Champions League e in Serie A nel giro di quattro anni. Per la UEFA le vittorie sportive sono aleatorie, l’aumento del fatturato deve passare soprattutto attraverso altri fattori, come le sponsorizzazioni e la crescita del merchandising.
Inoltre, la Camera Giudicante ha sottolineato il fatto che la società rossonera aveva garantito che con la consulenza della banca d’affari Merrill Lynch sarebbe arrivato il rifinanziamento del debito con Elliott entro l’estate. Cosa poi non avvenuta e che non ha certo aiutato il Milan ad ottenere una sentenza leggera.
La Repubblica rivela anche che il primo piano industriale prevedeva un aumento di ricavi per oltre 229 milioni, grazie all’ingresso in Champions League e ai 129 milioni che avrebbero dovuto arrivare dalle attività in Cina. Il giro d’affari in Asia è stato poi ridotto a soli 29 milioni. E anche questo aspetto non ha giocato a favore del club.
Redazione MilanLive.it