CALCIOMERCATO MILAN NEWS – La società ha più volte garantito che la squadra in estate verrà rafforzata per renderla maggiormente competitiva. Per farlo servono investimenti importanti, ma in questo momento è difficile pensare a grosse spese da parte del club rossonero.
Dal Milan hanno più volte detto che, ovviamente, non ci sarà una campagna acquisti faraonica come nell’estate 2017. Sarà un calciomercato più limitato e maggiormente attento delle regole del Fair Play Finanziario. La vecchia gestione aveva sforato i parametri e ciò ha causato in buona parte la recente sentenza negativa dell’UEFA, però la nuova deve gestire i conti in maniere oculata per rientrare nei paletti richiesti.
Oggi La Gazzetta dello Sport spiega un po’ di cose, rispondendo a delle domande che vanno fatte in merito alla situazione del Milan. Di seguito riportiamo i quesiti e le repliche con le relative spiegazioni.
1- Il Milan in questa sessione di mercato è soggetto a limitazioni?
A prescindere dai recenti provvedimenti della Camera Giudicante dell’Uefa, il Milan (come tutti i club) deve attenersi alle disposizioni del Fair Play finanziario che ammette al massimo un disavanzo di 30 milioni di euro nell’ultimo triennio. Il bilancio che si chiude oggi, sommato ai due esercizi precedenti (15-16 e 16-17) fa segnare un disavanzo di circa 150/160 milioni di euro. Spalmando i risparmi nei prossimi tre anni il management milanista ha messo nel conto una chiusura in attivo di 50-55 milioni al prossimo 30 giugno. Il che significa che bisognerà vendere alcuni giocatori in rosa totalizzando un attivo, contando anche sulla sessione invernale.
2- Ma l’Uefa nel dispositivo della sua sentenza che ha negato l’Europa League non ha fatto riferimento al mercato…
Le norme Uefa non prevedono questo tipo di interventi. Il Fair play finanziario indica un percorso virtuoso: così le singole società devono dimostrare senso di responsabilità nel contenere i costi e avvicinarsi il più presto possibile al pareggio di bilancio quando sono in sofferenza.
3- Il Milan ha sempre sostenuto che sarà sacrificato al massimo un top player.
Il mercato per il momento non ha fatto emergere richieste importanti. Va detto, però, che eventuali uscite vanno accompagnate da altrettanti acquisti. Sinora si è fatto molto conto sul sacrificio di uno tra Donnarumma e Suso (che ha una clausola di 38 milioni per l’estero). Basterà?
4- Il cambio di proprietà all’orizzonte può aiutare il Milan ad evitare questi freni economici?
Se il Milan avrà un nuovo proprietario potrà tornare a chiedere il voluntary agreement. Cioè la presentazione di un business plan di durata tra i 3 e i 5 anni che con degli investimenti porti al pareggio di bilancio. In caso di assenso il club avrebbe un anno ibrido, con il congelamento dei paletti. Va, però, ricordato che alla fine del percorso il risultato deve comunque essere in parità e al momento il Milan parte da -150/160 milioni.
5- Con il ricorso al Tas il club rossonero può puntare lo stesso al voluntary agreement?
Dipende dai tempi della trattativa per la cessione della maggioranza azionaria. Il Milan può presentare il ricorso al Tas entro il primo giorno utile dopo il 7 luglio (festivo) e non oltre. Se la vendita avvenisse dopo potrebbe sempre chiedere una sospensiva del procedimento davanti al Tribunale Arbitrale Sportivo. Va valutato, infatti, se sia politicamente opportuno continuare a chiedere la riammissione in Europa League o privilegiare la strada del voluntary. Ma è solo una questione di opportunità, una via non esclude l’altra sul piano formale.
Redazione MilanLive.it