NEWS MILAN – Nelle prossime ore arriverà l’attesa e temuta sentenza UEFA, che probabilmente annuncerà l’esclusione del club rossonero dall’Europa League e forse anche altre pene accessorie.
La giornalista Arianna Ravelli fa un’interessante analisi della situazione sul Corriere della Sera. Innanzitutto viene messo in luce il silenzio delle istituzioni italiane, che non hanno difeso il Milan. Giovanni Malagò (presidente del Coni) si è limitato a dire che si tratta di un problema della società di via Aldo Rossi, dunque non si è sentito di dover prendere una posizione vera. In Spagna, invece, Javier Tebas (presidente della Liga) dopo la sentenza soft verso il PSG ha tuonato verso la massima istituzione calcistica europea: «Ci stanno prendendo in giro, affronteremo la questione con le autorità competenti in Europa e in Svizzera».
La Ravelli scrive testualmente che «il Milan fuori dalle Coppe è 1) una figuraccia planetaria per la società, la sua proprietà e il suo management, che hanno sottovalutato gli umori di Nyon; 2) una stangata, che prima ancora di espellere Yonghong Li dal salotto, notoriamente molto ben frequentato, dell’Europa del calcio, colpisce in maniera vessatoria un club glorioso». Le responsabilità del punto 1 sono soprattutto di Yonghong Li, che ha condotto un’operazione con dei debiti non rifinanziati e avrebbe dovuto essere maggiormente trasparente. Ma non si può neppure far finta che l’UEFA non stia utilizzando una mano troppo pesante verso il Milan.
A Nyon non possono non considerare le garanzie messe sul tavolo da Elliott, fondo che ha garantito sulla continuità aziendale del club. E lo sta dimostrando intervenendo per coprire l’ultima tranche da 32 milioni di euro dell’aumento di capitale, non versata da Yonghong Li entro la scadenza fissata. La giornalista commenta: «Considerare irrilevante l’impegno di Elliott perché in futuro potrebbe rivendere è paradossale e illogico».
Facendo un riassunto, il Milan verrà sanzionato per violazioni del Fair Play Finanziario fatte dalla precedente gestione (2014-2017) e quelle che si suppone, chissà perché, potrebbero intervenire in futuro. Eppure il club rossonero in questo momento ha un debito in linea con quello di altri o perfino inferiore e che ha speso tanto sul mercato sfruttando una finestra consentita. Senza contare che comunque i conti del bilancio sono in miglioramento rispetto al passato. Ma il Milan ha un proprietario poco gradito nelle sedi che contano e la Ravelli conclude: «Se non aveva i requisiti, non gli andava consentito di entrare. Spingerlo fuori, penalizzando in modo così pesante il club, dovrebbe far porre dubbi a tutti. Non solo al Milan».
Redazione MilanLive.it