MILAN NEWS – Tra gli Under 19 più sorprendenti del panorama italiano e mondiale, c’è sicuramente Patrick Cutrone. Ospite alla presentazione del libro “La Giovane Italia”, il baby bomber rossonero ha rilasciato anche un’intervista.
Alla prima stagione tra i ‘grandi’, è riuscito ad andare ogni più rosea aspettativa. Ha segnato più dei due attaccanti super pagati nel corso dell’estate in sede di calciomercato, ed è stata praticamente l’ancora di salvezza della squadra rossonera che ha conquistato la finale di Coppa Italia e la qualificazione diretta in Europa League. Cutrone nel corso dell’intervista ha sottolineato la tensione pre-partita: “Prima delle partite sono un po’ teso, ho i miei riti scaramantici. Sono sempre teso, come nelle giovanili. Le partite le ho sempre sentite, sia in amichevole che altro. Una volta che sono in campo tolgo la tensione e faccio del mio meglio”.
Alla base del grande lavoro svolto sin qui da Cutrone, con Milan e nazionale, c’è l’umiltà, nonché la voglia di migliorarsi sempre: “Non c’è stato un momento preciso in cui ho capito di potercela fare. Ho sempre pensato ad allenarmi bene, impegnarmi e migliorarmi. Io mi alleno per migliorare, ogni volta, e lo penso ancora. Non ho fatto niente. Ho sempre la voglia di migliorare, è quella che non mi fa mollare. La testa conta tanto, se non hai quella non vai avanti, nemmeno se sei un fenomeno”.
La famiglia è probabilmente uno dei segreti del successo di Cutrone, a dimostrazione del fatto di quanto sia importante il supporto familiare per atleti così giovani in un mondo, quello del calcio, fatto di sciacalli e agenti pronti ad approfittarsene: “Avere accanto una famiglia che ti vuole bene, e non pensi al successo ma al tuo bene. I miei genitori mi han sempre tenuto con i piedi per terra, non mi hanno mai detto a fine partita ‘bravissimo’ sei un fenomeno, ma mi dicevano le cose in cui potevo migliorare secondo lui. Mio padre è il punto di riferimento, e lo ascolto sempre”.
Giacomo Giuffrida – Redazione MilanLive.it