MILAN NEWS – Proseguono le voci sul futuro finanziario, e dunque societario, della gestione cinese di Yonghong Li nel Milan. Le problematiche con l’UEFA si sono recentemente aggravate dopo la non concessione – inaspettata – del Settlement Agreement.
Se il rifiuto del Voluntary Agreement chiesto dal Milan a giugno e dicembre 2017 fosse preventivabile e in parte anche oggettivamente accettabile, la recente negazione del Settlement ha gettato e non poco nei guai il club di via Aldo Rossi. Tale rifiuto da parte dell’UEFA – scrive l’esperto giornalista Marco Bellinazzo per Goal.com – è avvenuto per considerazioni attinenti al futuro dell’assetto proprietario e del rifinanziamento del debito da 303 milioni con il fondo Elliott, peraltro solo parzialmente a carico del club. Fondamentalmente le argomentazioni della Uefa presuppongono seri dubbi sulla proprietà cinese. Inoltre tra i parametri primari del Fair Play Finanziario c’è la “continuità aziendale” non la “continuità della proprietà”.
L’azienda che non deve essere a rischio fallimento è il Milan, non il gruppo di mister Li. E alle spalle del Milan c’è il plurimiliardario fondo Elliott pronto a subentrare. L’hedge fund di Paul Singer potrà non piacere a Nyon ma è rispettato e temuto sui mercati e non ha certo problemi di risorse. L’UEFA si gioca la sua credibilità con le ultime vicende legate strettamente al Milan. Il giudizio che attende infatti il club rossonero presso l’Adjudicatory Chamber riveste un’importanza “politica” che va ben oltre l’esame contabile cui invece dovrebbe limitarsi.
Giacomo Giuffrida – Redazione MilanLive.it