E’ stata sicuramente inattesa la sentenza dell’UEFA nei confronti del Milan. Com’è risaputo, il settlement agreement non è stato concesso e ovviamente ciò ha creato preoccupazione e rabbia tra la tifoseria.
Marco Fassone stesso non ha nascosto la propria amarezza per la sentenza. Come da lui sottolineato, non era praticamente mai successo prima. Il settlement agreement era sempre stato concesso, eccezion fatta per il caso di una club russo. L’amministratore delegato rossonero ha fatto quanto in suo potere per convincere l’UEFA, che alla fine ha detto ‘no’ mettendo l’accento sulle incertezze riguardanti il rifinanziamento del debito con il fondo Elliott.
Per quanto riguarda l’esposizione debitoria da rifinanziare, si tratta di un tema strettamente riguardante la proprietà. Se il rifinanziamento non è stato ancora fatto, non è colpa di Fassone. Non lo diciamo perché dobbiamo difenderlo a prescindere, ma perché effettivamente si tratta di un aspetto sul quale sono Yonghong Li e soci (ancora misteriosi) ad essere responsabili. Da mesi si dice che il rifinanziamento del debito del Milan (circa 123 milioni più interessi) non è nulla di complicato, data la somma non elevata e le garanzie (ricavi da diritti tv, stadio, sponsor ecc) che il club stesso può dare. Il problema è sempre stata la parte riguardante la holding controllante Rossoneri Sport Investment Lux e, dunque, la proprietà.
Fassone poco tempo fa ha dichiarato che Yonghong Li aveva tre opzioni per rifinanziare il debito. Adesso, dopo la sentenza giunta da Nyon, è il caso di accelerare su questo fronte e provare a chiudere la questione prima del prossimo giudizio dell’UEFA a metà giugno. Ciò aiuterebbe ad evitare sanzioni pesanti (blocco del mercato non previsto). Non pensiamo che la squadra di Gennaro Gattuso sarà esclusa dall’Europa League, conquistata sul campo. Sarebbe una punizione troppo severa e ingiusta. Inoltre taglierebbe le gambe a una società che sta provando a ripartire dopo una gestione precedente pessima nelle ultime stagioni. Una simile condanna danneggerebbe in maniera eccessiva, creando grossi problemi sotto più punti di vista.
Riteniamo che non ci sia un complotto delle istituzioni contro il Milan, ma allo stesso tempo pensiamo che il settlement agreement potesse essere concesso. La decisione presa sorprende, anche perché lo stesso fondo Elliott ha garantito la continuità aziendale e, comunque, finora la proprietà ha mantenuto gli impegni finanziari. Gli stipendi vengono pagati regolarmente e i debiti verso altri club vengono onorati (André Silva pagato pure in anticipo, per esempio). Sarebbe opportuno, visto quanto successo, che Yonghong Li (e magari anche chi lo affianca) ci mettesse la faccia in questo momento. E’ necessaria una risposta chiara e convincente da parte della proprietà. I tifosi se la meritano.
Matteo Bellan