MILAN NEWS – In pochi mesi l’esperienza milanista di Hakan Calhanoglu è cambiata totalmente, passando dal più classico dei flop di mercato a uomo determinante per il gioco rossonero.
Il numero 10, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha parlato con una certa carica della sua scelta di diventare fantasista del Milan: “Mi sento forte nelle gambe e nella testa, mi sento al top della condizione: sono tornato. Prima vedevo tutto scuro. Non capivo la lingua e questo era il problema più rilevante a livello di ambientamento. In campo invece non avevo un’adeguata condizione fisica a causa della lunga squalifica. Poi è arrivato Gattuso ed è cambiato tutto”.
Proprio il feeling con Gennaro Gattuso ha dato il via alla rivalsa italiana di Calhanoglu, come ammesso dallo stesso calciatore: “Mi ha cambiato la mentalità e aiutato a capire quella italiana. E’ senza dubbio l’allenatore più importante della mia carriera. Mi ha migliorato in tutto, a partire dalle mie sicurezze. Mi ha fatto riacquistare la fiducia in me stesso. Lui ha giocato, sa di cosa ha bisogno un calciatore. E poi in ogni allenamento cerca di trasferirci la sua mentalità, ci spinge a migliorarci ogni giorno. Montella? Non è certo un cattivo tecnico: semplicemente, una serie di piccole cose mi portano a dire che mi trovo meglio con Gattuso. A me piace parlare con gli allenatori, gli allenatori dovrebbero parlare spesso con i giocatori. E poi in campo mi lasciava poca libertà. Adesso gioco libero nella mente e nei muscoli”.
Ora sotto con la Coppa Italia, che potrebbe essere il primo trofeo della carriera di Cahanoglu: ” E’ senza dubbio la partita più importante della mia carriera e mi sento pronto per affrontarla. Questa coppa voglio vincerla. La partita di Torino, ma anche quella di Milano, ha mostrato che possiamo battere la Juve. Ce la possiamo fare. Conosciamo bene la loro forza, hanno grandi giocatori ma anche nel nostro gruppo c’è molta qualità. Alla Juve toglierei Douglas Costa, ma si vince con la mentalità: è questo il fattore più importante. Con il collettivo. E poi col cuore”.
Infine il turco parla della scelta di prendere il numero 10 sulle spalle, un numero molto importante in casa Milan: “So che qui hanno giocato grandi numeri 10 e non è facile dire ora ‘sono il vero 10 del Milan’. Questo semmai lo diranno i tifosi. E’ un numero pesante, dico solo che sono sulla buona strada e posso essere un buon 10, ma devo ancora migliorare molto. Avere questo numero comunque per me non è un problema, il fatto che sia stato indossato da grandi campioni mi rende felice. Anche questo è un sogno. Mi piace mettere i compagni nelle condizioni di fare bene grazie ai miei assist. Cambiare il ritmo della partita a seconda delle esigenze: a volte può servire anche rallentare e controllare. Credo di avere la visione adatta per capire i vari momenti di una partita. Il bacio alla maglia del Milan? E’ un morso, perché i baci li mandano tutti, ma io non intendo farlo. Io in campo non bacio: mordo. Il bacio rappresenta amore, il morso invece la voglia. Quindi rappresenta me”.
Redazione MilanLive.it