MILAN NEWS – La verità è che il contratto da allenatore del Milan Gennaro Gattuso se l’era già conquistato vari anni fa, quando era uno dei leader in campo della squadra rossonera.
Uno con l’animo del vero lottatore, dell’uomo sanguigno, non poteva non essere considerato ideale per rilanciare l’immagine rossonera. Ma prima di farlo, Gattuso ha partecipato ad un percorso tortuoso come allenatore, partendo dalla piccola Sion in Svizzera, capendo piano piano di voler restare da protagonista nel mondo del calcio: “A 30 anni non volevo allenare, mi è scattata a 33-34. Quando ho smesso mi sono arrabbiato perché non volevo finire: sono sempre stato un po’ contorto”,
Sion dunque e il doppio ruolo; i primi vagiti di un Gattuso in panchina a guidare la squadra sono nella ridente Svizzera che darà il là alla sua voglia di allenare. Nell’estate 2013 Rino passa a Palermo, sotto l’egida del vulcanico patron Maurizio Zamparini. I rosanero sono in B e neanche Gattuso si salva dalle tensioni con un presidente noto per essere il ‘mangia-allenatori’ per eccellenza: viene esonerato ma inizia a lavorare con giocatori importanti, da Sorrentino a Belotti passando per Barreto e Dybala.
Poi l’avventura più rischiosa ma anche stravolgente: Gattuso sceglie di accettare la chiamata dell’Ofi Creta, splendida isola del Mediterraneo ma meno adatta al grande calcio. Il tecnico crea una piccola corazzata, brava a mettere in difficoltà le grandi, ma i problemi economici del club non aiutano. Gattuso minaccia l’addio, e solo l’affetto dei tifosi giunti in massa sotto casa sua impedisce tale rottura, inevitabile però a fine anno.
Gattuso riparte dalla Lega Pro: lo attende il Pisa dove compie un piccolo capolavoro: promozione al primo colpo in B, grande sviluppo della fase difensiva e ottime considerazioni generali, tanto da ricevere la chiamata della Nazionale del Kazakistan. Rino insiste ma anche a Pisa regnerà il caos finanziario e sarà impossibile evitare la retrocessione in cadetteria.
Infine nel 2017 la chiamata del Milan, come allenatore della Primavera, per insegnare ai giovani talenti cosa vuol dire l’organizzazione e il sudore. Una scelta con occhio alla prima squadra, che alla prima occasione lo chiama per sostituire Vincenzo Montella: un percorso che lo ha portato fino al rinnovo di ieri per tre anni, un attestato di stima o meglio un premio che Gattuso ha meritato senza alcun dubbio.
Keivan Karimi – redazione MilanLive.it