Cutrone: “Milan, vorrei restare a vita. Ringrazio Montella e Gattuso”

Patrick Cutrone
Patrick Cutrone (©Getty Images)

NEWS MILANPatrick Cutrone è senza dubbio il giocatore rossonero che ha più sorpreso in questa stagione. Nessuno si aspettava che un ragazzo appena salito dalla Primavera potesse avere un simile impatto nella Prima Squadra.

Eppure il 20enne di Como fin da subito ha dimostrato di poterci stare nel Milan dei ‘grandi’. E’ il miglior marcatore della squadra di Gennaro Gattuso con 15 gol tra campionato e coppe. Ha timbrato il cartellino anche contro squadre come Inter, Lazio e Roma. Il mister lo apprezza molto e i tifosi lo hanno ormai eletto a beniamino, anche grazie al suo atteggiamento sempre grintoso.

Cutrone e il futuro al Milan

Intervistato dal quotidiano Il Giornale, il numero 63 del Milan ha così parlato della sfida contro la Juventus, che Leonardo Bonucci vivrà da ex: «Leo è tranquillo. E’ il nostro capitano e ci deve trasmettere serenità. Sarebbero tre punti d’oro nella corsa Champions. Ci crediamo. Non ho timore. Milan non vince a Torino dal 2011 e nessuno ha segnato allo Stadium nel 2018? Ce la metterò tutta per essere il primo a riuscire nell’impresa».

Gennaro Gattuso lo ha più volte definito ‘tarantolato’ per il suo atteggiamento in campo. Cutrone spiega da dove provenga questo suo approccio alle partite: «Dopo una delle mie prime partite, papà mi disse: “Bravo, ma manca qualcosa… Devi essere più grintoso”. E io l’ho ascoltato. Numero 63 in suo onore? Sì, il 63 è il suo anno di nascita. E sommato fa il numero nove…».

Donato Orgnoni, suo agente, ha rivelato che a presto arriverà il rinnovo di contratto. Patrick sogna di rimanere sempre al Milan: «Essere rossonero a vita sarebbe bellissimo. E’ un onore giocarci. Impazzisco di gioia per il Milan, è la mia vita».

Il giovane bomber rossonero è grato sia a Vincenzo Montella, che ho lanciato, che a mister Gattuso: «Li ringrazierò sempre. Gattuso è entrato e ci ha detto che era ora di tirare fuori i cosiddetti. Un episodio che ha lasciato il segno in tutti noi».

 

Matteo Bellan

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