NEWS MILAN – Yonghong Li è tornato al centro di alcune vicende che lo vedrebbero protagonista in negativo. Il Corriere della Sera ha rivelato che in Cina il patron rossonero sia in bancarotta.
Carlo Festa de Il Sole 24 Ore spiega che per l’uomo d’affari cinese la data del 26 febbraio sarà cruciale. Tra una settimana ci sarà il CdA ed è attesa l’ultima tranche del’aumento di capitale da complessivi 60 milioni di euro. Mancano circa 10 milioni da mettere sul piatto per il Milan, così come stabilito da accordi presi con il Consiglio di Amministrazione. Non è una cifra elevata, ma si tratta comunque di un impegno che Yonghong Li dovrà mantenere sia per il bene del club che come risposta ai suoi critici.
Su IS24O viene scritto che il presidente del Milan avrebbe perso l’appoggio degli ambienti bancari che finora lo avevano sostenuto. C’è chi a Pechino ritiene che su Mister Li potrebbe presto abbattersi un controllo del Governo più rigoroso, con effetti da calcolare. Lui finora ha sempre mantenuto gli impegni nei confronti della società acquistata da Fininvest nel’aprile 2017. Vedremo se continuerà così.
Sicuramente le notizie del Corriere della Sera destano un po’ di preoccupazione. Jiangsu Bank e la Banca di Canton avrebbero preso un’iniziativa per un mancato rimborso di un prestito da complessivi 60 milioni di dollari erogato a favore della Jie Ande, holding con cui finora Yonghong Li ha effettuato alcune operazioni ma che formalmente risulta intestata allo sconosciuto Liu Jhinzhong. E’ stata chiesta la liquidazione di questa società per rimborsare le banche creditrici.
Festa scrive che non è una novità che il patron rossonero non sia direttamente coinvolto nelle realtà societario di cui è socio. Già con la Sino-Europe Sports, creata ai tempi della trattativa con Fininvest, era un certo Chen Huashan a risultarne intestatario. Un personaggio più volte menzionato nelle ‘scatole cinesi’ utilizzate da Yonghong Li nell’operazione Milan. Alcune attività dell’uomo d’affari asiatico risultano intestate alla moglie, Miss Huang. E tempo fa era emerso anche che le famose miniere di fosfati in Cina non fossero di proprietà di Mr. Li.
Insomma, sul patrimonio di questa persona non c’è chiarezza. Tuttavia, va detto che ha superato tutti i controlli a cui è stato sottoposto. Prima quelli degli advisor che si occuparono dell’operazione di compravendita del Milan e poi quelli di Lega Calcio e FIGC. Vedremo cosa succederà nelle prossime settimane.
Redazione MilanLive.it