NEWS MILAN – In queste ore si è tornati a parlare della situazione societaria rossonera. Si avvicinano alcune scadenze e ci sono vicende importanti da trattare, dunque la dirigenza è molto impegnata.
Per quanto concerne il rifinanziamento del debito con Elliott Management Corporation (123 milioni a carico del Milan e 180 della controllante Rossoneri Lux), Marco Fassone sta lavorando alla creazione di una media company che gestisca i diritti televisivi, di immagine e le sponsorizzazioni. La Repubblica scrive che questa soluzione, già adottata da Inter e Roma, comporta due vantaggi: un dividendo per le casse della società (e non per il suo proprietario) e ampi margini per ottenere finanziamenti aggiuntivi, visto che si tratta di incassi certi (sponsor) o prevedibili (abbonamenti, incassi, diritti tv).
Viene escluso che i dividendi servano per ridurre i debiti della Rossoneri Lux. La nuova media company sarebbe controllata dall’AC Milan. Avrebbe costi ridotti e i ricavi rimarrebbero all’interno del club. Rimane l’incognita di come Yonghong Li restituirà a Elliott i 180 milioni più interessi della società controllante lussemburghese.
Per il rifinanziamento Milan non sembrano esserci problemi. La Repubblica spiega che la banca d’affari americana Merrill Lynch, che fa da consulente all’operazione, sta sottoponendo il dossier a decine di fondi d investimento. L’idea è quella di un crowdfunding altamente qualificato: tanti investitori con tante piccole quote, i quali “comprano” il prodotto Milan e la sua capacità di aumentare i ricavi grazie al progetto che lo riporterà ai vertici europei.
Nonostante le difficoltà nel rifinanziare il debito della Rossoneri Lux, pare che Yonghong Li non voglia vendere e consideri al massimo l’ingresso di soci di minoranza. E’ convinto di arrivare al 2020 con una quotazione in Borsa che porterebbe il Milan a valere oltre 1 miliardo di euro. Ma nel caso in cui l’uomo d’affari cinese non riesca a restituire i soldi a Elliott entro ottobre 2018, il club verrebbe messo in vendita e 370 milioni (il prestito più interessi e commissioni) finirebbero al fondo americano, mentre la parte eccedente verrebbe girata a Li.
La Repubblica si occupa anche di Milan China, società creata in Cina per aumentare i ricavi commerciali in Asia. Questo progetto ha subito ritardi burocratici e nell’assunzione di personale: manca ancora un direttore commerciale e non è escluso che venga inserita un’altra figura. Come confermato da varie news Milan, la ‘macchina’ è partita con sei mesi di ritardo rispetto ai piani iniziali. Finora sono stati chiusi solamente tre contratti per un valore di circa 1,5 milioni di euro complessivi. Pochi rispetto alle stime fatte in un primo momento che prevedevano ricavi da decine di milioni.
Per quanto riguarda il bilancio, viene confermata l’intenzione di caricare sul prossimo bilancio l’onerosa campagna acquisti della scorsa estate. Ciò comporterà un passivo da circa 140-150 milioni di euro. A limitare l’impatto, i ricavi maggiori del previsto per l’Europa League. Ci sono 3 milioni in più dai preliminari, grazie agli incassi a San Siro. Arrivando fino in fondo, si può toccare quota 20 milioni, vincendo si arriva a 25. Fassone non ne aveva previsti nemmeno una decina, cifra che sarà superata con il prossimo turno (gli Ottavi di finale) di fatto già ipotecato.
L’accordo quinquennale raggiunto con Puma da 12 milioni di euro fissi annui porterà gli stessi incassi di Adidas (19,6) soltanto a una condizione: il significativo incremento della vendita di magliette e materiale sportivo, in calo dal 2013. Sarà sicuramente importante ottenere risultati sportivi per poter rilanciare il club sul piano commerciale ed economico. In società lo sanno bene.
L’UEFA intanto monitora la situazione del Milan. Marco Fassone conta di chiudere la partita del rifinanziamento del debito per maggio, ma punta a presentarsi a Nyon ad aprile già con una documentazione di accordi. La commissione ha già bocciato il voluntary agreement richiesto dal Milan a novembre. Adesso si discuterà di settlement agreement e sarà necessario presentare un piano rifinanziamento chiaro e definito. Ottemperando a questa richiesta imprescindibile, le sanzioni UEFA non dovrebbero poi essere troppo pesanti ma in linea con quelle avute dall’Inter nel recente passato.
Infine la vicenda stadio. Il Milan sta valutando sia la possibilità di rimanere a San Siro che di costruire uno stadio di proprietà. L’Inter e il Comune stanno mettendo fretta al club rossonero, che però non può essere estromesso dal Giuseppe Meazza dato che c’è ancora un contratto di affitto in essere. Serve trovare un nuovo accordo per la co-gestione e il rinnovamento dello storico impianto sportivo milanese. Per ammodernare San Siro servono investimenti e il Milan, fino a quando il rifinanziamento non sarà completato, deve prendere tempo.
Redazione MilanLive.it