Filippo Galli da tanti anni è il responsabile del settore giovanile del Milan. Il suo lavoro e quello dei collaboratori che lo affiancano stanno dando risultati. Non è un caso che nella Prima Squadra rossonera ci siano diversi elementi provenienti dal vivaio.
Intervistato dal Corriere dello Sport, l’ex giocatore ha spiegato come il Milan sia divenuto leader per numero di giocatori cresciuti in casa e ora in prima squadra, secondo per calciatori immessi nel sistema tra A e B. Queste le sue parole: «Formare giocatori per la prima squadra è arduo, formare professionisti da immettere nel sistema è più facile ma servono anche quei profili, utili in chiave mercato. Forse siamo stati aiutati, paradossalmente, da un periodo in cui il club ha investito di meno nelle squadre giovanili: da 4-5 anni non abbiamo inserito giocatori e questo ci ha permesso di lavorare con più attenzione sulla metodologia di lavoro che ha portato frutti importanti».
Galli ha espresso chiaramente qual è il punto di partenza del lavoro: «Il talento del giocatore, che però deve essere accompagnato nel suo percorso di crescita: una delle condizioni è il contesto in cui si lavora. E poi è anche importante un allenatore che dia fiducia ai giovani: Allegri, Mihajlovic, Montella e ora Gattuso lo hanno fatto. Al Milan abbiamo cercato di lavorare con più attenzione, unendo alla selezione dei calciatori il metodo di lavoro sul campo».
Al responsabile del settore giovanile del Milan viene domandato se sia più importante lo scouting oppure ciò che viene dopo: «Sono entrambe fasi importanti, anche se il giocatore viene prima, non si piega al metodo. Il problema, però, è anche che tanti calciatori talentuosi si perdono perché magari non sono stati seguiti nel modo giusto. L’aspetto “situazionale”, le persone che incontra nel suo percorso: tutto questo conta. Al Milan da dieci anni lavoriamo con una equipe psicopedagogica, da sei con la videoanalisi: su tante cose siamo stati precursori».
Infine Filippo Galli ha spiegato il metodo Milan nel dettaglio: «Lo scouting parte intanto dalla rete delle scuole calcio, quasi cento su tutto il territorio. Abbiamo 15 scout per l’Italia e 25 solo per la Lombardia. Investiamo sulla formazione dei nostri tecnici e di tutti i componenti dello staff: dai preparatori atletici ai tutor, tutti devono capire quali sono i nostri principi calcistici. Lo psicologo da noi deve conoscere Freud ma anche i sistemi di gioco. E’ il nostro metodo integrato».
Redazione MilanLive.it