NEWS MILAN – Paolo Maldini è intervenuto ai microfoni di Radio 24 nella trasmissione ‘Mangia come parli’. Si è parlato soprattutto di alimentazione, ma nel finale c’è stato pure spazio per il Milan.
La leggenda rossonera ha esordito così: “La genetica mi ha aiutato, era diversa da quella di Ancelotti (ride, ndr). Poi quando inizi a 16 anni non si tratta più di rinunce. Ancelotti diceva ‘Io ingrasso solo a pensare la pasta’. L’avversario più difficile che ho affrontato? Ronaldo quando stava bene”..
Maldini racconta cosa succedeva ai suoi tempi: “A Milanello si mangiava bene, i condimenti erano fatti ad hoc per i giocatori. Io alcolici niente, anche mio padre non era amante del vino. Spesso incide cosa fai nella vita. Quando lui giocava il vino era demonizzato, a parte con Rocco. Se devo chiedere consiglio su dove mangiare, chiamo Albertini”.
Lo storico numero 3 del Milan ha spiegato come si è evoluto il calcio in tema di alimentazione: “Avevamo un preparatore atletico, però non c’era un nutrizionista. La parte dell’alimentazione non era prevista. Poi dopo sono arrivati i professionisti del settore che hanno aiutato gli atleti ad avere migliori performance.Io non ho mai fatto colazione, al massimo bevevo il caffè. Arrivavo con grande fame verso le 13-14, non ho cambiato abitudine. Anche mia moglie e i miei figli sono così”.
A Paolo nel finale dell’intervista è stato chiesto quando il club rossonero tornerà grande: “Non ho idea. Mi sembra che le premesse del nuovo progetto per ora non siano molto promettenti. Purtroppo bisogna aspettare. Questa cosa è partita già col Milan di Berlusconi, non è un problema solo della nuova dirigenza. Più aspetti e più la vetta è lontana, più anni ci metti a raggiungerla. La cultura vincente che avevi la perdi e gli investimenti che devi fare ogni anno si raddoppiano. Il Milan sei-sette anni fa era tra le prime cinque, poi è andato giù. Gli investimenti che potevi fare allora adesso sono decuplicati”.
Matteo Bellan