NEWS MILAN – Paolo Scaroni è un noto manager italiano che ha lavorato in Enel, Eni e in altre realtà importanti. Da aprile 2017 è nel Consiglio di Amministrazione del club rossonero.
In serata il 71enne dirigente originario di Vicenza è intervenuto a Telelombardia. Queste le sue parole sulla sua presenza nel CdA del Milan: “Tutta la mia famiglia è milanista e abbiamo lo abbiamo sempre seguito. Inoltre sono anche un piccolo azionista. Elliott non ha azioni e non può nominare nessuno, io sono indicato come membro del consiglio anche perché conosco bene Elliott. Se il fondo ha bisogno di informazioni chiama Fassone. Elliott come finanziatore ha tutta una serie di accordi che stanno a capo dell’amministratore delegato”.
In seguito si parla dell’aumento di capitale che Yonghong Li dovrà fare a breve: “L’azionista aveva concordato tutta una serie di apporti di capitali al Milan ancora molti mesi fa. Questi apporti continuano ad essere effettuati e ne verrà fatto un altro entro il mese di febbraio. E non sarà l’ultimo, dato che ne seguiranno altri a chiusura dell’esercizio 2017/2018. L’azionista continua a far fronte agli impegni assunti e farà altrettanto con l’aumento di capitale entro fine febbraio. Lui ha preso degli impegni nell’ambito del budget 2017-2018 e del piano del Milan dal 2017 al 2022. Questo piano prevede una serie di aumenti di capitale sui quali si è impegnato”.
Scaroni in seguito parla dell’importanza degli sponsor provenienti dalla Cina nel progetto Milan, al fine di migliorare il bilancio: “Nel club si lavora attivamente per attirare sponsorizzazioni in Cina. Sono state assunte persone attive su questo fronte e i risultati richiedono del tempo, è preso adesso. Nell’ambito delle strategie di Yonghong Li c’è anche quella di attirare denaro di investitori cinesi”.
Il consigliere del CdA rossonero spiega che non ci sarà una gestione diretta della società da parte di Elliott Management Corporation con Gordon Singer, figlio del fondatore Paul, pronto a occuparsene: “Non credo che Gordon Singer voglia fare il presidente del Milan. Sicuramente il prestito che Elliott ha fatto possiede una serie di garanzie. E qualora non venisse rimborsato nelle scadenze previste, ci sono clausole che possono portare alla cessione del Milan così che Elliott riprenda i soldi. Poi che un fondo americano che gestisce soldi di terzi possegga una squadra di calcio mi sembra un’ipotesi inverosimile”.
A Scaroni viene domandato se, considerando i risultati non ottimi della squadra in campo, il Milan sia in ritardo sui piani previsti inizialmente: “Considero che le difficoltà siano fisiologiche. Un cambio così radicale della squadra richiede tempo per un assestamento efficiente e produttivo. Nessuno aveva previsto che in questa stagione 2017/2018 si entrasse in Champions League. Ce lo auguriamo, però non fa parte dei piani. Speriamo che la squadra giochi in maniera più divertente, facendoci dimenticare l’inizio di stagione”.
Il noto manager viene interpellato sul rifinanziamento del debito che Milan e Rossoneri Lux hanno con Elliott: “Io non seguo il rifinanziamento. Sono vicende seguite da Yonghong Li e Marco Fassone. Teoricamente un rifinanziamento è sempre possibile, però non so a che punto siamo. Io il contratto che lega Elliott a Yonghong Li non l’ho mai letto. Ho letto che i soldi vanno tornati entro ottobre, non ho partecipato né alla trattativa di compravendita e neppure a quella inerente il prestito”.
Scaroni spiega cosa succederebbe se Yonghong Li non restituisse i soldi a Elliott nelle scadenze previste: “Lo scenario prevederebbe che il creditore Elliott vendesse il club per recuperare il proprio denaro. Il Milan sarebbe venduto all’asta. La parte eccedente il rimborso del prestito sarebbe versata a Yonghong Li. Non so cosa faccia pensare che la vendita avverrebbe a un prezzo basso, penso semmai che avverrebbe al prezzo più alto possibile”.
Matteo Bellan