MILAN NEWS – Ventiquattro presenze stagionali, una rete segnata e sette assist decisivi. Questo lo score di Fabio Borini, attaccante che nella sessione estiva scorsa di mercato ha lasciato l’Inghilterra per sposare la causa Milan.
Un utilizzo da titolare spesso e volentieri che neanche lo stesso Borini si aspettava ad inizio campionato: acquistato per soli 6 milioni di euro dal Sunderland, il calciatore 26enne è stato messo in campo da Vincenzo Montella prima e da Gennaro Gattuso poi in tanti ruoli differenti: ala d’attacco, esterno fluidificante sulle due fasce, addirittura terzino in un paio di occasioni. Questo tipo di utilizzo fa capire che Borini è stato ingaggiato dal d.s. Massimiliano Mirabelli per essere un jolly, una soluzione alternativa e d’emergenza in diverse posizioni del campo.
Ultimamente, soprattutto dopo il passaggio al 4-3-3, Borini viene spesso criticato dai media e da molti tifosi, perché considerato elemento poco utile e di scarsa qualità come ala offensiva nel tridente. Ma il calciatore nativo di Bologna è questo, niente di più e niente di meno: corsa, polmoni, qualche guizzo vincente ma anche caratteristiche tecniche non assolute come quelle ad esempio di Hakan Calhanoglu, che nei piani iniziali del club doveva essere uno dei nuovi punti fermi della squadra. Ingiusto dunque puntare il dito contro Borini, che per numeri e per impegno non merita di essere fischiato o giudicato male. Vanno invece riviste le scelte dei presunti titolari (Silva, Biglia, lo stesso Calhanoglu) incapaci di convincere nei loro primi mesi rossoneri e spesso lasciati fuori a favore della grinta di un Borini ‘qualsiasi’.
Keivan Karimi – Redazione MilanLive.it