MILAN NEWS – Il 2018 dovrà essere un anno di svolta per il club rossonero, sia dal punto di vista sportivo che societario. Ci sono alcune mosse che sia sul campo che fuori vanno compiute per migliorare la situazione.
Per quanto concerne il futuro del Milan in chiave societaria, più volte qualcuno ha parlato di un possibile ritorno di Silvio Berlusconi. Visti i dubbi sulla solidità di Yonghong Li e il rischio che senza restituzione del prestito a Elliott Management Corporation entro ottobre 2018 il club passi proprio al fondo americano, più di qualcuno ha ipotizzato questo scenario. Carlo Festa de Il Sole 24 Ore spiega, però, che si tratta di leggende metropolitane.
Il noto giornalista ritiene che Fininvest non sia affatto desiderosa di tornare a impegnarsi nel business del calcio. Un mondo che ha voluto lasciare a causa delle ingenti perdite e della volontà di investire in altri settori. Il Milan non era più strategico per la holding della famiglia Berlusconi. Era un peso, economicamente parlando.
Se realmente il club milanista dovesse finire ad Elliott, verrebbe riceduto ad un prezzo di almeno 450 milioni. Ci vorrebbero quindi un centinaio di milioni di equity (cioè soldi freschi) per fare l’operazione. Non una cifra impossibile, ma sicuramente impegnativa visti gli investimenti necessari successivamente. Uno scenario dunque complicato da concretizzare, quello del ritorno di Fininvest e di Silvio Berlusconi.
Festa aggiunge che l’ex presidente e i suoi sondaggisti sono un po’ preoccupati dagli effetti che un Milan in crisi può avere sulla sua campagna elettorale. Non potendoselo ricomprare, sembra che comunque Berlusconi stia muovendosi per trovare un’eventuale soluzione nel caso in cui Yonghong Li non riesca a rifinanziare il debito e si ritrovi nella condizione di dover perdere il club. Siamo in una fase embrionale ancora. I futuri compratori potrebbero essere legati proprio all’ex patron, che ha molti legami con il mondo economico-finanziario. Difficile che un eventuale dopo-Li sia ancora di marca cinese, viste le restrizioni del Governo di Pechino.
Infine sono soltanto rumors quelli che vedono la dirigenza del Milan pronta a chiamare in causa Fininvest sulle eventuali sanzioni relative al settlement agreement, che verrà discusso con l’UEFA nel 2018. L’amministratore delegato Marco Fassone ha ammesso che il problema del bilancio rossonero deriva dalla scarsa gestione degli ultimi anni, quando c’era il binomio Berlusconi-Galliani al timone. Ma sul contratto di cessione delle quote di maggioranza alla Rossoneri Lux è presente una voce secondo cui il nuovo compratore rinunciava a qualsiasi richiesta in denaro in caso di multe in arrivo dall’UEFA.
Keivan Karimi – Redazione MilanLive.it