NEWS MILAN – Hernan Crespo ha giocato a Milano sia con la maglia dell’Inter che con quella del Milan. In rossonero ci è rimasto solamente una stagione, quella 2004-2005 culminata nella rocambolesca finale di Champions League a Istanbul. L’argentino fece doppietta al Liverpool, ma poi sappiamo com’è finita.
Avrebbe dovuto tornare al Milan se Clarence Seedorf fosse rimasto come allenatore qualche anno fa. Lui, Jaap Stam ed Edgar Davids avrebbero dovuto entrare nello staff tecnico. Ma poi il tecnico olandese fu esonerato e dunque non se ne fece nulla. Sarebbe stato interessante vederli all’opera, però non ci fu il tempo. La società fece altre scelte.
Crespo, interpellato da ItaSportPress, ha commentato l’attuale situazione negativa del Milan. Per lui parte tutto dalla società: “Non è una questione di allenatore o di modulo. Tutto parte dall’alto, è una questione piramidale. Dal numero di maglia di Kessié alla fascia di capitano data a Bonucci, passando per il caso Donnarumma e la scelta di Montella di allontanare il preparatore atletico: non ricordo un precedente con tutte queste situazioni per una squadra, sono cose che devono fare riflettere. I conti non tornano. I troppi cambiamenti, poi, portano ad una situazione in cui c’è poca chiarezza. A fine dicembre, ad esempio, non sappiamo quali sono gli obiettivi. L’unica cosa certa è che ci vuole tempo e pazienza”.
L’ex centravanti rossonero ha fatto anche un paragone con Inter e Juventus, ricordando che in società hanno figure come Javier Zanetti e Pavel Nedved: “Maldini, invece, ha rifiutato il Milan: questo mi puzza”. Il no di Paolo Maldini non lo convince.
Crespo si è espresso anche sull’addio di Silvio Berlusconi, che dopo 31 anni da proprietario ha deciso di cedere il club al cinese Yonghong Li: “Il suo addio è figlio dei conti economici. Era un momento storico particolare, c’era anche il dualismo tra Galliani e Barbara Berlusconi. Di sicuro posso dire che il Milan è stato padrone in Italia e nel mondo perché aveva una società chiara e limpida. Oggi è un altro mondo rispetto al mio Milan, quella squadra ha lottato per vincere in Italia e in Europa. Per alzare i trofei serve la società, manca l’abitudine di un tempo”.
All’argentino viene domandato anche dalla vicenda che sta vedendo protagonista Gianluigi Donnarumma, tornato al centro di un ‘caso’ dopo il rinnovo estivo: “Non so chi ha ragione o torto. La base è questa: il calciatore è una professionista, ci sono momenti in cui comincia la stagione, ovvero in estate, dove o ti alzi e te ne vai oppure resti e se ne riparla l’anno prossimo. Ci sono momenti e momenti, durante la stagione bisogna pensare solo a giocare. Tutte queste voci ci stanno, ma non c’è bisogno che escano fuori. Non mi interessa quanto guadagna Donnarumma, basta che difenda i miei colori. Non so a cosa serve tutto questo casino qua, nessuna delle parti in causa fa una bella figura”.
Crespo commenta anche la situazione di Nikola Kalinic, colui che doveva essere il bomber del Milan e che sta deludendo: “Mi piaceva tantissimo quando era alla Fiorentina, ora non so che cavolo sta succedendo. Potenzialmente è uno che può fare 20 gol a stagione tranquillamente”.
Infine Hernan, che oggi lavora nel Parma, viene interpellato in merito a un possibile ritorno in rossonero da dirigente: “Dipende dal progetto. Prima avrei bisogno di capire, ma il Milan si ascolta sempre. Devo capire gli obiettivi. Finora non sono mai stato contattato e devo dire che non mi aspettavo una chiamata: le cose arrivano perché devono arrivare. Se chiama il Milan prendo l’autostrada, raggiungo Milano, e ascolto cosa hanno da dirmi”.
Redazione MilanLive.it