MILAN NEWS – Già da una settimana circa si vociferava con un certo realismo che l’UEFA avrebbe detto no alla richiesta del Milan di aderire al regime del ‘voluntary agreement‘ per evitare le rigidità del Fair Play Finanziario. Ieri è arrivata la secca conferma.
La camera investigativa del Club financial control body ha reso noto in via ufficiale che la richiesta del Milan è stata respinta; un responso sicuramente non così sorprendente, ma che taglia le gambe al progetto iniziale del club rossonero, che a detta dell’amministratore delegato Marco Fassone aveva presentato un business plan completo e attinente, idoneo dunque per convincere l’organo di Nyon a concedere per la prima volta l’adesione al voluntary. Sul piatto due richieste impossibili da soddisfare: il risanamento del debito con Elliott Management Corporation entro dicembre e nuove garanzie finanziarie (una ricapitalizzazione da circa 165 milioni) chieste all’azionista di maggioranza.
Come riporta la Gazzetta dello Sport l’UEFA fondamentalmente è rimasta interdetta sia per un piano finanziario fin troppo virtuoso e poco realistico, sia per la figura oscura di Yonghong Li, personaggio considerato non così cristallino per poter gestire un club così importante. Inoltre l’assetto azionario del nuovo Milan, controllato al 99,93% da mister Li attraverso una catena di controllo e di finanziamenti che va da Hong Kong alle Isole Vergini Britanniche al Lussemburgo, non ha dato alcuna garanzia ne’ sicurezza.
Ed ora che succede? Come ammesso ieri dall’a.d. Fassone il Milan attenderà la prossima primavera per cominciare a lavorare al ‘settlement agreement’, regime meno liberale che prevede sanzioni e restrizioni della rosa in caso di nuova qualificazione alle competizioni UEFA. I controllori di Nyon inoltre vogliono approfondire lo studio sui conti del Milan incontrando la Covisoc martedì prossimo, appuntamento non ordinario che servirà a valutare i motivi di un bilancio così in ‘rosso’ presentato nell’ultimo semestre.
Keivan Karimi – Redazione MilanLive.it