NEWS MILAN – In questi giorni tiene banco la vicenda inerente il rinnovo di contratto di Gianluigi Donnarumma, che non conterebbe le clausole rescissorie pattuite e sarebbe arrivato tramite pressioni psicologiche esercitata dalla società sul ragazzo.
Queste sono le news Milan emerse nelle scorse ore. Dal portiere stesso, dalla sua famiglia e da Mino Raiola (supportato dall’avvocato Vittorio Rigo) sono arrivate richieste di chiarimento alla società. C’è del malumore nei confronti di Marco Fassone e soprattutto di Massimiliano Mirabelli, pare. Addirittura si è parlato della possibilità che venga richiesto l’annullamento del contratto di Donnarumma.
L’avvocato Fabio Iudica, membro del TAS di Losanna e docente di diritto sportivo all’università Statale di Milano, intervistato dal Corriere della Sera ha parlato degli ultimi sviluppi del caso: «Firma estorta? Da giurista la trovo una strategia tecnicamente fragilissima, è del tutto improbabile che Donnarumma riesca a dimostrare d’aver subito violenza psicologica all’atto della sottoscrizione del suo contratto».
Deve essere infatti Donnarumma, con i suoi legali, a dimostrare che la firma è avvenuta in seguito a pressioni psicologiche. Iudica spiega: «Deve dimostrare lui che, ai sensi del codice civile, il suo contratto va annullato. Non è il Milan che deve dimostrare il contrario. Non è un dettaglio, anzi».
Complicato dimostrare una simile circostanza, dato che Gigio è andato a firmare un maxi-contratto da 6 milioni di euro netti l’anno. Infatti l’avvocato italiano aggiunge: «Deve provare che c’è stata una minaccia seria, appunto una violenza. Attenzione poi: il lodo arbitrale è di fatto inappellabile, la vertenza si chiuderebbe lì. E’ un azzardo. O forse semplicemente è più una strategia contrattuale che giudiziaria. Dubito che i legali di Donnarumma confidino realmente nell’eventualità di un successo. Più complesso è il tema della clausola»..
La clausola rescissoria nel contratto di Donnarumma non c’è, non è stata depositata. Il legale Iudica spiega un dettaglio: «Tenete presente che, se fosse stata sottoscritta ma non depositata, in Italia non sarebbe esercitabile ma all’estero sì. La FIFA non pretende il deposito».
Matteo Bellan