NEWS MILAN – E’ venuto il momento tanto atteso della conferenza stampa di presentazione di Gennaro Gattuso come nuovo allenatore della Prima Squadra rossonera.
La società nella giornata di ieri ha comunicato ufficialmente l’esonero di Vincenzo Montella, decidendo di affidare il Milan all’ormai ex tecnico della Primavera. Rino con i giovani stava facendo un ottimo lavoro, dopo un avvio complicato e una successiva riscossa che li ha portati fino al terzo posto a 3 punti dalla capolista. Adesso c’è un compito molto più difficile per lui, che però non si è mai tirato indietro e darà il massimo per rilanciare la squadra.
Dalle 13.30 da Milanello la conferenza stampa di presentazione di Gattuso come nuovo allenatore del Milan. Ovviamente sono diverse le domande che i giornalisti hanno voluto rivolgergli, toccando diversi argomenti importanti.
Ecco le prime sensazioni del nuovo tecnico: “Un giorno importante per me. Ho una grande responsabilità, c’è da lavorare. Sarà un piacere allenare questi giocatori: 16 nazionali e con età media bassa. Non stanno attraversando un momento importante. Le preoccupazioni importanti sono a Creta e a Pisa”. Scelta criticata da molti perché considerato inesperto, ma lui spiega: “Sembra che in questi anni ho allenatore esordienti e giovanissimi. Ho allenato in cento e passa partite. C’è la consapevolezza che questa squadra può fare bene“.
Gattuso dà le prime indicazioni su quello che sarà il suo Milan: “Ho il mio modo di lavorare e di vedere il calcio. Giocheremo con la difesa a tre ma lo dobbiamo fare di reparto. Abbiamo concetti chiari, guardiamo palla, tempo e spazio. Ho avuto un grande rapporto con Montella, sicuramente abbiamo modi diversi di vedere il calcio soprattutto sui concetti”. L’allenatore chiarisce quest’ultima frase: “Anche a me piace il possesso palla, ma poi bisogna verticalizzare“.
Per Gattuso fare gruppo importante ma non solo: “Gruppo importante ma non solo calciatori. Per me la squadra sono anche tutte le persone che lavorano per la stessa“. L’allenatore è dispiaciuto per aver lasciato la Primavera: “Mi è dispiaciuto molto perché volevo completare quel lavoro. Ringrazio i ragazzi. In questi anni non ho mai avuto problemi a costruire gruppi. Ma con loro sono riuscito ad entrare proprio nella testa“.
Gattuso indica i principi morali su cui deve basarsi la sua squadra: “Quando entro a Milanello vedo il Paradiso. Vedo i campi e mi viene il mal di testa. Gli stipendi arrivano puntuali. C’è bisogno di passione e di amare questo lavoro. Io penso di avere tutto questo. Mi dà adrenalina. Il sogno continua”.
Secondo lui la squadra può fare molto di più rispetto a quanto fatto finora: “Dobbiamo diventare squadra e toccare con mano, saper soffrire, coprire bene il campo, non prendere ripartenze, aiutarci fra noi con lo spirito battagliero. Ma questo non basta. La qualità c’è, bisogna aggiungere qualcos’altro, come la compattezza”. L’obiettivo resta la Champions League, ma Gattuso non ci pensa: “Oggi non guardo la classifica. Mancano 24 partite, devo vivere alla giornata e pensare partita per partita. La gara contro il Benevento è come la finale della coppa del mondo. Dobbiamo ragionare così. C’è bisogno di riuscire ad avere una consapevolezza maggiore. Ho giocato tanto tempo a San Siro e se non stai bene mentalmente e fisicamente la palla inizia a scottare. Oggi dobbiamo dare qualcosa in più a questi ragazzi“.
Per lui le motivazioni devono nascere da Milanello stesso: “La chiave è tutte le foto in giro per Milanello, quella che è stata la forza che ho vissuto io e che negli ultimi anni si è persa. E’ la storia e il DNA di questa società. Bisogna avere un grande senso di appartenenza e con un concetto preciso: per giocare a calcio serve fatica“. Per quanto riguarda il modo di giocare, non ha ancora deciso come schiererà gli attaccanti: “Tre in difesa e quattro a centrocampo sicuri, in attacco vedremo“.
Il nuovo allenatore commenta così la telefonata di ieri con Silvio Berlusconi: “Lo conosco abbastanza bene. Mi è capitato tantissime volte di parlargli. E’ uno dei più vincenti, è un grande conoscitore di calcio. Abbiamo parlato degli attaccanti e di come il Milan deve giocare, di tutto quello che pensa insomma. Non ho fatto finta di ascoltarlo, l’ho fatto con attenzione perché c’è grande rispetto“.
In passato Clarence Seedorf, Filippo Inzaghi e Cristian Brocchi non hanno avuto esperienze positive. Ma Gattuso non ha paura: “Se pensavo al rischio andavo a Creta o a Pisa? Non sono un calcolatore. Voglio vivere da protagonista. Sono in uno dei club più grandi al mondo. Spero di dare qualcosa e di fare bene. Poi domani è un altro giorno. Ho anche la possibilità a livello mentale, familiare ed economico per pensare così“.
Uno dei problemi del Milan è l’attacco: “Le mie squadre hanno sempre segnato poco. Ci lavoriamo, abbiamo preparato qualcosa sui tempi. Non è solo il gol il problema, ma generale. Il Milan ha creato col Torino, la squadra ha portato anche qualcosa di nuovo, ci sta sbagliare, ma l’importante è arrivarci“. A proposito di attacco, Gattuso parla così di André Silva: “Ha grandissime qualità per l’età che ha. Se lo proponi in giro per l’Europa se lo comprano subito. E’ forte, bisogna metterlo nelle condizioni di farlo giocare con tutta la squadra. Quando fa le belle cose le fa a livello personale, difficilmente lo vedo fare un uno-due e poi andare in profondità“.
Leonardo Bonucci sarà ancora il capitano del Milan e ieri ha avuto la possibilità di parlargli: “Non aspettatevi nulla. Bonucci è il capitano e resterà lui. Ho parlato con tutta la squadra. Ho visto ragazzi che hanno voglia di mettersi a disposizione e di lavorare. Gli ho solo chiesto senso di appartenenza. Amo la disciplina. Il resto voglio vederlo in campo“.
Grande supporto per lui da parte di tanti amici: “In tantissimi mi hanno chiamato o inviato un messaggio per farmi l’in bocca al lupo, ne sono orgoglioso“. Un pensiero su Patrick Cutrone: “Valuto molto quello che succede durante la settimana. Cutrone parte come André Silva, Kalinic e tutti gli altri. Gioca con il veleno addosso, ha grande passione, spero di vedere lo stesso spirito in tutti gli altri“. Su quale giocare lo incuriosisce di più: “Dicono che Suso può giocare solo largo a destra. Vedremo se sarà così… Mi incuriosisce che Kessié non va più dentro“.
Gattuso è stato definito traghettatore. Ma lui chiarisce: “Mi potevo sentire traghettatore se mancavano due o tre partite alla fine. Invece c’è ancora un campionato da giocare. So di non piacere a tutti. Con i miei pregi e i miei difetti so quali doti ho e la mia forza, i miei concetti. Chi mi giudica bisogna vedere se dice la verità o no. Mi definisco uno che deve imparare a contare, che sento molto le partite, mi sento vivo. Da allenatore sento lo stesso formicolio di quando giocavo“.
Il tecnico racconta cosa ha detto stamattina alla squadra al primo allenamento: “Mi sono comportato come al solito. Se arrivano parole fuori posto non devono scandalizzarsi o essere permalosi. Bisogna non portare rancore“. Infine rivela i messaggi che gli hanno inviato i suoi maestri: “Mi hanno detto tutti ‘Picchia duro’“. ”
Redazione MilanLive.it