MILAN NEWS – Grande attesa da parte della società rossonera per il responso dell’UEFA a cui, lo scorso 9 novembre, è stata consegnata la documentazione necessaria per aderire al ‘voluntary agreement’.
L’inserimento del Milan nel suddetto regime diventerebbe positivo e fondamentale, sia per evitare sanzioni pesanti in chiave Fair Play Finanziario, sia per continuare ad investire sul mercato senza l’assillo del controllo UEFA. Marco Fassone si è detto moderatamente ottimista e una risposta è attesa entro Natale.
Eppure dalla Spagna, precisamente dal quotidiano sportivo Marca, arrivano notizie poco confortanti: pare che i dirigenti esecutivi dell’UEFA, compreso il presidente Aleksander Ceferin, non siano affatto convinti del business plan presentato dal Milan. Nonostante il piano dettagliato presentato da Fassone, pare che a Nyon non siano intenzionati a concedere il ‘voluntary agreement’.
Ovviamente per adesso si tratta di indiscrezioni e non di qualcosa di ufficiale, dunque va tutto preso con le pinze. Ma se fosse veramente come scrivono in Spagna, il Milan andrebbe incontro a delle sanzioni importanti da parte dell’UEFA. Sono previste restrizioni di vario tipo e il quotidiano iberico parla persino di una possibile esclusione dei rossoneri dalle competizioni europee. Sarebbe clamoroso, ma comunque è presto per fasciarsi la testa.
I punti a sfavore del Milan sarebbero diversi: Marca scrive dei dubbi da parte dell’UEFA che cominciano già dai più di 200 milioni spesi sul mercato estivo per rinforzare la rosa, operazioni poco chiare secondo i vertici di Nyon che hanno richiesto carte e garanzie precise fin dal passaggio di proprietà dalla gestione Fininvest a quella di Rossoneri Sport Investment Lux, veicolo creato in Lussemburgo per effettuare l’operazione d 740 milioni.
Inoltre il piano finanziario del club per rientrare nei parametri del FFP si basa molto sul ritorno in Champions League e sugli introiti derivanti dalla partecipazione a questa competizione, che ad oggi appare molto lontana a livello di classifica ed ambizioni sportive. Un progetto dunque basato su una realtà economico-sportiva lontana dal realizzarsi al momento. Fassone aveva presentato più scenari futuri, inclusi quelli senza Champions, ma potrebbe non essere bastato.
Infine la UEFA non appare sicura neanche di Yonghong Li, proprietario cinese del Milan e attuale presidente, il quale è persino finito al centro di un’inchiesta del New York Times che ha evidenziato il fatto che lui non fosse proprietario dell’impero minerario che aveva attribuito al proprio patrimonio personale. Inoltre è emerso che Mr. Li ha spesso agito tramite prestanome e dunque non sarebbe una persona trasparente, oltre che essere comunque semi-sconosciuto in Cina. Non a caso l’ammontare effettivo della sua ricchezza è sconosciuto e in Cina non è nella classifica degli uomini più ricchi.
Keivan Karimi – Redazione MilanLive.it